Nessuna comprensione per gli incapaci! Nessuna solidarietà a chi ha lasciato andare in malora un patrimonio straordinario di arte, di ambiente
e di cultura. Voglio raccontare come ho assistito negli ultimi vent’anni al degrado della Campania e spiegare perché sono assolutamente contrario a
qualsiasi forma di partecipazione allo smaltimento dei rifiuti di una regione alla quale la natura e la storia hanno regalato tesori e che i suoi
abitanti, politici e no, hanno ridotto in questo stato. Certo, non tutti i campani sono camorristi, anzi. Così come non tutti i politici della
Campania sono inetti, inefficienti e collusi. Ma le cose, per colpa e negligenza di pochi, sono arrivate a questo punto.
Ebbene, da almeno vent’anni, le assunzioni di netturbini (pardon, operatori ecologici) negli Enti Locali avvengono esclusivamente per voto di
scambio. Ripeto, esclusivamente. E chi si è prodigato nel raccogliere voti e continua a prodigarsi per mantenere i pacchetti di voti anche per i
futuri appuntamenti, che dovere volete che senta verso il lavoro per il quale, pur non lavorando, percepisce (ruba) uno stipendio? Ha già dato, ha già fatto il suo “dovere” verso chi gli ha procurato il posto: come si
può pretendere che vada anche in giro a raccogliere la mondezza, se va in giro a raccogliere voti? Io, in vent’anni di frequentazione settimanale
di Napoli per motivi professionali, raramente ho visto netturbini in giro, nonostante che l’organico del comune di Napoli in fatto di operatori ecologici sia tra i più nutriti d’Italia.
Quanti voti di questo genere sono confluiti sui nomi dei leader politici oggi al governo della regione? Ho visto, ripetutamente, nei depositi dei mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti, la quasi totalità dei camion resi
perennemente inservibili dall’incuria e dal sabotaggio. Anche volendo andare in giro strada per strada a raccogliere la spazzatura, i bravi
operatori ecologici-galoppini elettorali della Casta, come potrebbero fare,
senza camion?
Perdurando questo stato di cose, diventa ovvio che gli Enti locali si rivolgano, pagando profumatamente il servizio, a ditte esterne, private. Comparaggio? Fate voi. La camorra, dice Roberto Saviano, non ha
responsabilità nella raccolta dei rifiuti della Campania: ne ha il monopolio. Ogni camion pubblico sabotato, significa un camion della camorra
in azione.
E quanti uomini la camorra ha infilato nei servizi di nettezza urbana, col compito di non farla funzionare? Una volta, vedendo le strade dell’hinterland napoletano intasate di rifiuti, domandai a un amico se ci fosse lo sciopero della nettezza urbana
quel giorno. “No, oggi è normale – mi rispose – dovresti vedere quando c’è sciopero…”. Ci sono intere famiglie, che hanno iniziato tanti anni fa un’attività
di autotrasportatori, padroncini, come vengono abitualmente definiti. Il trasporto dei rifiuti e il relativo sversamento ovunque sia stato possibile
abbandonarlo, sotterrarlo, affondarlo, li ha resi tanto ricchi da farli approdare ai piani alti dell’economia collusa e della stessa politica. Sono diventati anche imprenditori riveriti nel commercio, nell’edilizia,
nel turismo, nella ristorazione, nel cemento. Sì, anche nel cemento, col quale trafficano nelle grandi opere pubbliche. Se fino a qualche tempo fa
avevano i politici per interlocutori, da corrompere e condizionare, oggi si son fatti essi stessi politici e tengono in pugno l’intera classe politica campana, anche senza sedere (ma si contano parecchi sindaci,
consiglieri provinciali e regionali della partita) nelle assemblee elettive. Basta possedere il mercato dei voti.
Ci sono casi di imprenditori del settore trasporto rifiuti (e derivati, come sopra dicevo) che impongono ai loro dipendenti di usare le loro
automobili personali come veicoli pubblicitari durante le campagne elettorali.
Ritratti autoadesivi del candidato di famiglia vengono appiccicati ai lunotti: provate a staccarli. E le assunzioni, anche nelle
attività “pulite” o ripulite, avvengono esclusivamente, ripeto esclusivamente, per compravendita di voti o per diretta “raccomandazione” della camorra. Non è difficile immaginare quanta parte della stessa economia campana sia condizionata dai clan della mondezza e del cemento. Non siamo lontani dal vero ipotizzando che, qualora
imprese campane mettessero piede in Umbria, come è già avvenuto in altre regioni, le assunzioni di quei posti di lavoro sbandierati come una manna
da sindaci ingenui di casa nostra, sarebbero soltanto assunzioni di “devoti” ai tanti capataz dei clan, casalesi e affini. La classe politica al governo in Campania, eletta anche con i voti della
Sinistra, finge di non sapere chi ha contribuito in modo determinante alla sua elezione. Vuol lasciare intendere al Paese intero di non avere colpa
per questo stato di cose: voto di scambio, assunzioni clientelari o imposte direttamente dai clan, sabotaggio di ogni mezzo disponibile, rifiuto di
avviare la raccolta differenziata per creare le premesse delle ripetute emergenze rifiuti, camorristi che affittano alle istituzioni i terreni per
le discariche, trasporto a spese dell’erario dell’immondizia fuori regione o all’estero.
E il cerchio si chiude col rifiuto del presidente
Bassolino di ammettere le proprie oggettive responsabilità. Con la faccia
di bronzo che lo porta a far finta di non sapere nulla dell’immondezzaio sul quale troneggia senza sentirne la puzza. Ma “pecunia non olet”: ce lo spiegò Vespasiano e ne hanno fatto tesoro i clan. Oggi, la Campania chiede aiuto alle altre regioni e ha trovato ascolto,
tanto che anche la regione Umbria potrebbe essere disponibile a dare una
mano.
Dare una mano a chi? Ce ne hanno già riversata tanta, di spazzatura, alla luce del sole e non hanno neppure pagato il prezzo concordato, come sanno bene a Orvieto. Ce ne hanno sotterrata già tanta di nascosto, ritombando
le cave, come ben sanno ad Attigliano. Altra se ne preparano a portarcene, approfittando della “distrazione” e della “ingenuità” di alcune
amministrazioni locali, che non sappiamo quanto inconsapevoli e disinformate sui pericoli che corriamo.
Ci mancherebbe pure che la stessa Regione Umbria si facesse
oggettivamente, benché involontariamente, complice di camorristi e amministratori inetti, se non collusi, aiutandoli a risolvere un loro problema.
I rifiuti, chi li produce li smaltisca.
E se non è capace di farlo, se ne
vada. Per il bene di tutti.
Noi, anche per il bene della popolazione campana, abbiamo il dovere di
rifiutare qualsiasi forma di aiuto a una classe dirigente di inetti. E i
campani li abbandonino al loro destino di spazzatura e se ne scelgano
altri, meglio se di Sinistra, quella vera. Questo è ciò che dichiara il
Cantiere, invitando le altre forze della Sinistra Arcobaleno a tener duro,
in Umbria, fino alle estreme conseguenze politiche, se occorre.
VITO SATURNO
Coordinatore del Cantiere Umbria
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