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Per il Partito socialista umbro ''la riforma della legge elettorale regionale e' la prima e principale prova per verificare l'intenzione del Pd di abbandonare la sindrome dell'autosufficienza e per ricostruire spazidi agibilita' politica per una coalizione composita che in Umbria, salvo qualche rara eccezione, ha retto in questi anni complessivamente bene la sfida del governo dei nostri enti locali e della Regione''. Per i socialisti umbri ''e' prioritario - dicono, in una nota congiunta, i segretari Bertini (regionale), Fioriti (provinciale di Perugia) e Piacenti D'Ibaldi (Terni) - definire una legge elettorale proporzionale che dia un'equilibrata rappresentanza di tutti i territori, ma che garantisca nel contempo un quadro d'insieme della regione. Sarebbe paradossale costruire in una regione di poco piu' di 800 mila abitanti riserve indiane per i singoli territori''. Da qui l'annuncio che il Ps ''si opporra' alla proposta del Pd di suddividere il territorio regionale in cinque collegi''. Per quanto riguarda il consiglio regionale, il Ps definisce strumentale e demagogica la discussione solo sul numero dei consiglieri anziche' sulla funzione del consiglio alla luce della riformain senso presidenziale e ritiene ''opportune scelte che prevedano un contenimento complessivo dei costi della politica umbra'' con, ad esempio, un limite numerico alla nomina degli assessori esterni, ''ulteriori riduzioni'' alle indennita' dei consiglieri e tagli ai costi accessori e di funzionamento degli organi consiliari. Per il Ps umbro vanno inoltre ''mantenute le preferenze che consentono di instaurare un rapporto diretto fra eletto e elettore. Diversamente le liste bloccate, negando la facolta' di scelta all'elettore, favoriscono la formazione di oligarchie partitocratiche che sviliscono l'istituto di rappresentanza incentivando la pericolosa tendenza all'autoreferenzialita' di un ceto politico che reagisce alla crisi di legittimazione arroccandosi in forme esasperate di cooptazione''. Da qui l'auspicio che il Pd in Umbria eviti di ''cedere alle derive autoritarie del Pdl che, peraltro, cominciano ad essere mal sopportate anche da autorevoli rappresentanti del Pdl stesso, come le recenti prese di posizione assunte nel consiglio provinciale di Perugia dimostrano''. Su tutti questi aspetti della riforma elettorale e statutaria i socialisti umbri ''chiedono che la coalizione di centro sinistra avvii un confronto che non si esaurisca nell'ambito esclusivo degli eletti in consiglio regionale, ma coinvolga le forze politiche e le espressioni organizzate della societa' civile''. Condividi