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ROMA - ''Si tratta di irregolarita' fatte in assoluta buona fede da alcuni lavoratori, senza alterare la qualita' e salubrita' dei prodotti, perche' quello di Perugia non e' uno stabilimento produttivo ma un sito distributivo''. Cosi' Giovanni Sartini, coordinatore Flai-Cgil del gruppo Galbani, interviene sul caso dei prodotti scaduti sollevato dalla stampa in relazione a un'indagine condotta dai carabinieri del Nas nel deposito di Ponte San Giovanni. ''La Galbani - spiega - conta 5 stabilimenti in Lombardia, una sede impiegatizia a Milano per circa 2400 dipendenti e una rete vendita presente in ogni provincia Italiana con altri 1150 dipendenti. Si tratta di una della rete distributiva piu' forte a livello nazionale e tramite i camion permette ai prodotti Galbani di arrivare ad ogni piccolo negozio del territorio nazionale. E' chiaro che puo' capitare ad una rete cosi' capillare ed estesa di incontrare anche possibili errori da parte di singoli venditori come e' successo a Perugia, che la Galbani e' tenuta a correggere immediatamente''. Sartini ricorda che ''la sicurezza alimentare dei prodotti dell'industria alimentare e' per il sindacato un obiettivo prioritario'', e che ''sono i lavoratori stessi ad avere cura della salubrita' dei prodotti da loro lavorati e quando si accorgono dell'esistenza di anomalie intervengono immediatamente sia individualmente che con l'assistenza del sindacato''. Condividi