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ORVIETO - Associazione per il Rinnovamento della Sinistra (Ars) e associazioni ambientaliste di Orvieto tornano a far sentire forte la loro voce sulla gestione della discarica delle Crete, rinnovando la loro polemica riguardo alle ultime decisioni dell’amministrazione comunale della città del Duomo che, a loro parere, starebbe svendendo per fame di soldi la salute dei cittadini. Dopo aver allestito un Gazebo in piazza della Repubblica la vigilia dell’Epifania e svolto un intenso volantinaggio, per denunciare i fatti, Cittadinanzattiva, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Ars e WWF, tornano oggi sull’argomento con un comunicato stampa, sempre allo scopo di informare “i cittadini ignari” che “a degno coronamento di un iter di accordi aventi ad oggetto la discarica ‘Le Crete’, che prevedono per la stessa lo stoccaggio di rifiuti speciali , il Comune di Orvieto, vessato dai debiti, si è impegnato a sottoscrivere accordi a dir poco inquietanti con la società di gestione della discarica S.A.O del gruppo Acea Spa”. In cambio dell’esigua somma di 402mila euro (di cui 70mila sponsorizzazioni per Umbria Jazz e 45mila per campagna di sensibilizzazione degli anni 2005-2006-2007), con questo accordo il Comune in questione si impegnerebbe, tra l’altro, a cedere alla S.A.O. i beni immobili di sua proprietà presenti presso gli impianti di Orvieto Loc. Pian del vantaggio 35/a e a dare puntuale adempimento, per quanto di competenza, agli iter autorizzativi che saranno promossi da S.A.O. e/o dalle società del gruppo Acea al fine dell’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni per la realizzazione dei nuovi impianti nel territorio del Comune di Orvieto per le energie rinnovabili, impianti fotovoltaici ed impianto a bio masse, e per il trattamento delle scorie dei termovalorizzatori”. Ed è questo l’aspetto che più preoccupa della vicenda, trattandosi a detta delle associazioni ambientaliste e dell’Ars di materiale tossico. Tutto ciò verrebbe oltre tutto deciso senza nessuna valutazione di quello che sarà l’impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini che vivono in un territorio dove già i livelli di inquinamento dell’aria sono superiori ai limiti di legge. Per di più, l’atto in questione, scrivono ancora, “sembra attuare la definitiva privatizzazione degli impianti e del servizio con gravi conseguenze per il cittadino, che viene privato della gestione pubblica di un bene comune come i rifiuti intesi come risorsa e per il rischio di aumento consistente e incontrollato delle tariffe”. Ribadendo, dunque, la loro assoluta contrarietà alla completa privatizzazione di un servizio che ritengono centrale per la comunità e per l’interesse generale, Cittadinanzattiva, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Ars e WWF Ribadendo, dunque, la loro assoluta contrarietà alla completa privatizzazione di un servizio che ritengono centrale per la comunità e per l’interesse generale, Cittadinanzattiva, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Ars e WWF sollecitano un radicale cambio di indirizzo nella gestione dei rifiuti per superare la discarica-butto, che non produce riciclaggio ma sempre più consumo di spazio e volumi che comporteranno il riempimento di tutti i calanchi, unitamente ad un radicale cambiamento nelle politiche ambientali del Comune che tengano più in conto della qualità e del valore del territorio. In mancanza di assicurazioni al riguardo, fanno infine sapere che promuoveranno, assieme alla cittadinanza e aperte ad ogni contributo possibile, una raccolta di firme per richiedere un referendum popolare che consenti ai cittadini medesimi di intervenire “su atti ritenuti contrari all’interesse generale”. Condividi