Partendo dall'idea che la politica dovremmo praticarla tutti perché riguarda tutti, si arriva ragionevolmente a concludere che sono buone tutte le iniziative in cui la politica prende le idee da tutti; l'importante, come sempre, è poi tenerne conto e non sprecare l'evento. Provo pertanto a dare un contributo ad #UmbriaVerso, riportando sinteticamente alcuni suggerimenti che da queste pagine già sono in parte passati nei mesi scorsi.

Prima di elencare quelli che ho presuntuosamente chiamato “i 10+2 passi per ricostruire un'edilizia migliore” mi piace riportare le motivazioni di un gesto del genere, che potrebbe essere quello di qualsiasi altro cittadino. Sono idee, suggerimenti, intuizioni, magari anche proposte balzane, come lo saranno magari queste, ma rappresentano un gesto di impegno, di vicinanza nei confronti della cosa pubblica, di ciò che abbiamo in comune, come può essere ad esempio l'ambiente. E' questo un gesto politico: qualcosa che, come tutte le cose importanti, si fa gratuitamente; la visione del futuro è una cosa importante. Donare è cedere qualcosa per fare bene, per stare bene.

I passi per un'edilizia migliore

1. Regole comuni, limitate e chiare. Gli addetti riscrivono le norme specifiche.                

2. Meno istruttorie su carta, più controlli reali.         

3. Ripensare la sicurezza nei cantieri puntando soprattutto sulla formazione di chi opera direttamente.

4. Eliminare le Autorità tutte in materia edilizia. Si organizzino le strutture esistenti, senza creare carrozzoni paralleli.

5. Riforma del credito.   

6. Alcune idee, semplici semplici, per lo sviluppo: fotovoltaico obbligatorio negli edifici pubblici, economicamente supportato da piani finanziari che prevedono il recupero dell'energia risparmiata; piano di valorizzazione ambientale degli edifici; diffusione della fitodepurazione che abbatte i costi di manutenzione.

7. Soprintendenze concentrate negli interventi importanti e non su controlli minuti e inutili su carta. Tutelare tutto significa non tutelare niente. Semplificare significa anche distinguere un edificio dalla cuccia del cane.

8. Centri storici: ammettere le trasformazioni funzionali che riportano le attività. (esempi validi sono quelli di Olivetti in passato e di Cucinelli oggi).          

9. O pubblico o privato: l'Impresa esegue e si organizza per guadagnare e il pubblico progetta, gestisce e controlla facendo sì che l'Impresa guadagni il giusto: è semplice, ma non è difficile.

10. Codice contratti attuale per l'esecuzione di opere pubbliche da buttare. Riprendere le direttive comunitarie ultime e convertirle in testo normativo nazionale unico, con poche modifiche, quali:

- separare bene la procedura fra piccole e grandi opere, richiedendo per le prime procedura semplificata, senza richiesta onerosa di garanzie (polizze) particolari, anche a saldo. Le piccole opere sono quelle che rappresentano il pane quotidiano degli enti locali come i comuni; quelle che devono essere ideate, progettate ed eseguite entro l'anno;

- evitare procedure extra-legge: vedi infrastrutture strategiche o EXPO o MOSE. Sono state un fallimento;

- esaltare le concessioni che favoriscono opere pubbliche sfruttando il risparmio, con questi stimoli: favorire l'efficientamento energetico attraverso contratti di prestazione energetica, attraverso semplificazione estrema della certificazione delle società che operano nel settore, garantire il credito bancario di società che praticano efficientamento energetico a pubblici e privati, semplificazione e diffusione culturale delle concessioni che permettono questo tipo di appalti;

- offerta economicamente più vantaggiosa solo su progetto esecutivo;

- il progetto torni ad essere dell'Ente e non dell'Impresa. Evitare, per quanto possibile, gli appalti integrati;

- offerta al massimo ribasso con verifica anomalia vera, non impugnabile;

- rifacimento della modalità di aggiudicazione dei servizi di ingegneria e architettura sopra soglia: si rischia che prendono i soldi in dieci (quelli che mettono i requisiti) e solo uno lavori, tutto a scapito della qualità progettuale;

- togliere la verificazione e la validazione: è un inutile passaggio procedurale ed economico. Il professionista garantisce la sua prestazione, in caso contrario paga gli eventuali danni.

Riprendere le direttive comunitarie quasi in toto è una necessità perché ormai gran parte delle opere pubbliche sono finanziate da fondi comunitari, che lasciano il contributo solo se si rispettano le norme europee.

10+1 Corsi per Committenti. La creazione in edilizia nasce da un principio e questo è nel Committente. Se questo non conosce però le regole generali non saprà mai cosa vuole, perché non sa cosa si può fare.

10+2. Giustizia: debellare la piaga dei ricorsi nell'edilizia pubblica.           

 

Si ricordi infine che le norme azzeccate lasciano il segno più di quelle sbagliate.

 

www.ediliziario.it

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