Le "Spigolature" di Umberto Marini - Le stravaganti amnesie di Daniele Capezzone

di Umberto Marini
Daniele Capezzone, uno dei più conosciuti voltagabbana fra i politici di mestiere presenti nel nostro Paese, si è molto risentito ed ha preso le difese dell’ex ministro Mara Carfagna che sabato scorso è stata svillaneggiata, con epiteti molto volgari, in un supermercato di Roma.
Pesanti offese che, a dire dell’onorevole chiamato nei giorni scorsi a presiedere la Commissione Finanze della Camera, non si dovrebbero assolutamente mai rivolgere ad una signora.
A prescindere dal fatto che è comunque atto censurabile ed irriguardoso anche rivolgersi ingiuriosamente nei confronti dei “maschietti”, c’è da domandarsi perché l’ex figlioccio prediletto da Marco Panella quando il Partito Radicale era all’apice della sua storia, non abbia avvertito lo stesso sdegno e disagio, allorché Berlusconi, il suo attuale padre-padrone (sarà l’ultimo o ne seguiranno altri?), volle graziosamente gratificare, definendoli “coglioni”, molti milioni di cittadini italiani, me compreso, che avevano votato a sinistra.
Forse però, la difesa assunta da Capezzone nei confronti dell’ex signora Mezzaroma, deriva dal suo abituale vezzo di assecondare le “smancerie” che profonde nei confronti di Berlusconi e dalla sua sovraeccitata smania esibizionistica di mostrarsi, spesso anche in maniera offensiva e provocatoria, compiacendosene.
Con tali atteggiamenti vanagloriosi, il “sempre verde” parlamentare romano, conferma la validità della tesi sostenuta dal fondatore del “Mercure de France”, lo scrittore Remy de Gourmont, che “un imbecille non si annoia: si contempla”.

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