di Stefano Vinti*

 

PERUGIA - Il IX Congresso del Partito della Rifondazione Comunista, si svolgerà dal 6 all’8 dicembre a Perugia, al Centro “Quattro Torri”.
Il Congresso è impegnato in una discussione, che vede al centro, non la scelta personalistica di un leader, come nel PD, ma tre proposte politiche, espresse da altrettanti documenti.

In Italia, come in Umbria, sono in corso i congressi di circolo. I congressi provinciali delle Federazioni di Terni e Perugia si svolgeranno, rispettivamente, il 23 ed il 30 novembre.
Personalmente, voto e sostengo, il documento 1, quello ispirato dal segretario uscente, Paolo Ferrero.
Il punto fondamentale del congresso è come ridare piena efficacia all'azione di Rifondazione Comunista nel contesto della crisi economica, sociale ed istituzionale. Al fine di dare una risposta positiva a questa domanda di fondo il documento Ferrero propone tre terreni prioritari di iniziativa.

In primo luogo rilanciare il Partito della Rifondazione Comunista e la prospettiva della rifondazione comunista. Si tratta quindi di riproporre il tema della trasformazione sociale radicale a partire dall'impossibilità per il liberismo di affrontare la crisi in termini riformisti. Nel contempo si tratta di riformare il partito per renderlo più efficace ed in grado di affrontare questo compito. 
In secondo luogo si pone la questione della costruzione a livello nazionale di un polo della sinistra, autonomo ed alternativo, non solo al centro destra, ma anche al centro sinistra. La costituzione di questo polo implica da una parte il rilancio di Rifondazione e dall’altra l’aggregazione di tutte le forze - culturali, sociali e politiche - che si pongono il tema dell'alternativa in termini che fuoriescono completamente dal sistema dell'alternanza. Larga parte del popolo di sinistra oggi non fa parte di Rifondazione, è, quindi, necessario farsi promotori di un processo di aggregazione.

In terzo luogo occorre operare per costruire un movimento di massa per la democrazia e contro le politiche di austerità. Vi sono positivi elementi di ripresa (pensiamo alle manifestazioni del 12, del 18 e del 19 ottobre) ma non esiste un movimento unitario. Noi operiamo quindi per l'unificazione dei diversi movimenti e per la loro sedimentazione in strutture sul territorio.

Questi tre elementi, su cui rilanciare il progetto politico di Rifondazione, sono tra loro intrecciati e per uscire dalla sconfitta occorre perseguirli tutti e tre. Per poter agire efficacemente su questi tre terreni, occorre avere una chiarezza estrema su almeno tre questioni.
La prima è che c’è bisogno di obiettivi intermedi, che siano percepibili non solo come auspicabili, ma anche come possibili, da vasti strati popolari. E' questa la funzione del “Piano per il lavoro” e della battaglia per la difesa e l'attuazione della Costituzione, che rappresentano il cuore della proposta politica. Senza obiettivi intermedi, percepiti come praticabili, le nostre parole d'ordine sono destinate a trasformarsi in pura propaganda parolaia incapace di interagire concretamente nella situazione data. 

La seconda questione riguarda l'Europa, che rappresenta il principio sovraordinatore e legittimante delle politiche di austerità. Noi proponiamo la “disobbedienza ai trattati” e quindi una strada che veda la ripresa di sovranità popolare a livello di stati nazionali, che costituiscono oggi l'unico livello in cui esiste una forma democratica di partecipazione. Non si tratta di rinchiudersi nell'orticello nazionale ma di scardinare questa Unione Europea che è tutt'uno con le politiche neoliberiste e di austerità. Per costruire l'Europa dei popoli è necessario scardinare alla radice l'Europa di Maastricht e di Lisbona.

La terza consiste nella necessità di una prospettiva e relazioni a livello europeo: centrale è il rafforzamento e la valorizzazione della Sinistra Europea. Diamo un giudizio estremamente positivo della Sinistra Europea e riteniamo necessario agire per il complesso degli obiettivi intermedi in relazione con le altre forze della sinistra di alternativa in Europa.

A distanza di alcuni mesi dalle sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile siamo in grado di fare una valutazione più oggettiva della situazione: si vede chiaramente come il progetto di Grillo, pur mantenendo un notevolissimo consenso, non sia in grado di dare risposte alla crisi. E’ altresì evidente il fallimento del progetto del PD, come pure di SEL, nonostante la grande rendita di posizione data dalla presenza in parlamento ottenuta attraverso l'apparentamento con il PD. Fare la sinistra di Renzi non è una grande prospettiva politica, evidentemente.
Registriamo, poi, una certa ripresa di mobilitazione sociale che ci parla di una possibilità e di una situazione non pacificata. In altri termini la partita è tutt'altro che finita, ma che, anzi, la situazione si modifica rapidissimamente e che la sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile non pone ostacoli al rilancio del nostro progetto politico.

Il tema del rinnovamento e del cambiamento del modo di funzionare del partito va ben al di là dei singoli dirigenti ed è irrinunciabile. Il partito deve diventare una comunità, deve accorciare drasticamente la distanza tra i vari livelli di direzione e i compagni e le compagne dei circoli. La collaborazione tra le varie anime del partito non è solo possibile ma anche necessaria, per questo è auspicabile la gestione unitaria del partito tra tutte le anime e a tutti i livelli.

Dopo anni di sconfitte occorre discutere seriamente su come uscire da questa situazione, da questo clima di débacle perenne evitando di fare come il PD, che si affida al giovane Renzi per coprire con l'immagine i disastri della sua linea politica.
Dopo il Congresso Nazionale si svolgerà il Congresso Regionale umbro.
Saremo impegnati nell’analisi della crisi sociale ed economica che attraversa la nostra regione e nel tipo di proposta politica che avanzeremo.
Ritengo, che Rifondazione Comunista dell’Umbria debba, in sintesi, proporre la costituzione della “Sinistra Umbra”, non come cartello elettorale, ma come campo, a sinistra del PD (di qualsiasi Pd esca dal loro congresso), in grado di essere credibile e autorevole, rinnovata e innovativa, che si candidi al governo dei processi sociali, economici ed istituzionali capaci di far transitare l’Umbria oltre l’orizzonte del liberismo. E per proporsi un così ambizioso progetto politico, occorre influire pesantemente dentro la storica alleanza del centro-sinistra umbro.

Non rassegnarsi, quindi, agli attuali rapporti di forza, essere alternativi al populismo grillino e alla destra liberista, proporsi d’incidere socialmente ed istituzionalmente in una rinnovata alleanza di governo regionale.
Penso, in conclusione, che la Rifondazione Comunista sia più attuale che mai. E' palese che il capitalismo ha vinto ma non è in grado di dare una risposta ai problemi dell'umanità. Allo stesso tempo, è evidente che l'esperienza del socialismo reale è stata fallimentare e certo non deve essere riproposta. Il comunismo è quindi più attuale che mai. Per la prima volta nella storia l'umanità può passare dall'era della necessità all'era della libertà. Rifondare il comunismo, quindi, come grande proposta di un neoumanesimo del terzo millennio, in cui la ricchezza sociale potenziale diventi effettiva ricchezza di vita per tutti e tutte.

*Comitato Regionale Umbro

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