di Vito Nocera.

Mentre cresce l'incertezza nel mondo

Russia e  Ucraina continuano a darsele di santa ragione,  immani catastrofi in Libia e Marocco parlano di una questione sociale globale ancora per nulla risolta,  Usa e Cina stringono i bulloni di una nuova cortina di ferro e  l'Europa fa il vaso di coccio tra i vasi di ferro -
da noi si discetta su temi nominalistici di modesto rilievo e si prepara a fatica una manovra di bilancio che, abbiamo capito, non potra' affrontare quasi per nulla le principali questioni che attendono sul campo.
Come peraltro piu' o meno avvenuto con le manovre degli anni passati.
Intanto anche qui il disagio aumenta.
 La scuola riparte con mille problemi
Dopo le tante chiacchiere e  risorse spese  negli anni della Pandemia se dovesse esserci  una ripresa del covid non c'e' niente, per le  classi o i trasporti, per gestire in prudenza.
Ancora non abbiamo finito di contare gli operai falciati dal treno che altri sono dilaniati in provincia di Chieti - come alla Flobert nel 75 - da una tremenda  esplosione in azienda.
Purtroppo la contesa politica e il dibattito qui sono drogati.
Come ho ormai ripetuto fino alla noia nella contesa  manca la cultura di un nuovo movimento operaio.
E' vero' qualcosa a sinistra  ascoltiamo, una specie di radicalismo verbale,  piu' gridato che effettivo che non sembra in grado di affacciarsi fuori dalle Ztl.
E' lì  - e solo lì  - che un po' funziona e neanche troppo.
E' un neopopulismo dall'alto che si contende non a caso con il partito di Conte una quota di elettorato.
Il tutto lontano dai ceti popolari piu' larghi incagliati da tempo nell'equivoco populista, quello dal basso, proprio delle destre e del m5s prima maniera.
L'approccio che guarda ai ceti deboli da lontano, come poveracci cui elargire generosamente un ristoro, non convince nessuno.
E' il contrario di una lettura critica dei meccanismi strutturali dell'ingiustizia sociale.
Compresa la prevalenza dell'economia sulla politica.
Meloni invece, pur con contraddizioni crescenti (pensiamo all'arroganza con cui si e' agito sul reddito di cittadinanza) a modo suo pero' questi  due nodi li affronta.
Ai ceti popolari offre assai poco in concreto ma addita, con studiata  demagogia,  ai loro occhi alcuni dei responsabili del disagio sociale:
Le banche, gli extraprofitti, l'Europa tentata dal ritorno all'austerita' e che non intende farsi carico della questione migranti.
Il sistema economico insomma e nei confronti del quale rivendica con orgoglio la funzione di guida della politica.
A cio' si aggiunge  - grazie ai riflettori su cose come Caivano e l'assassinio del giovane musicista napoletano - una emergenza sicurezza.
 Anche su questo Meloni punta molto (anche in sostituzione di risultati di governo scarsi).
 Spia  di cio' e' la  presenza sua e di ministri  a Caivano e lo stesso  voto compatto nel Csm di tutti i membri di destra e moderati - togati e non - per il nuovo responsabile della procura napoletana, Nicola Gratteri.
Insomma la maggioranza di governo zoppica ma ha ancora diverse frecce al suo arco.
E non sara' certo l'alternativa volatile di un ipotetico asse tra Schlein e Conte in tempi brevi a metterla in crisi.
Da quelle parti tira aria o di velleitari  ritorni al passato - i cosiddetti riformisti -  quando l'illusione della globalizzazione faceva da volano.
O di un politicismo sloganistico che agita temi anche seri ma mai articolati ne' incardinati su un possibile blocco sociale, battute buone per la propaganda televisiva o da social.
La cultura di un nuovo movimento operaio e del lavoro in questi due modelli  non c'e', ed e'  questa invece la prospettiva politica su cui costruire ripartendo dai soggetti e i conflitti.
Magari l'alternativa in questo modo non e' dietro l'angolo ma almeno si lavora sul serio e nel profondo per quello.
E non per un semplice "cambio di spalla al fucile"
Come ha dichiarato  in modo brillante al Manifesto il professor Carlo Galli serve "una proposta moderata nei toni e radicale nei contenuti, in fasi come queste eccitare la rabbia sociale non fa gioco alla sinistra ma a una destra sempre piu' radicale".
Appunto.

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