Esattamente 80 anni fa i fascisti decisero di fucilare i Sette Fratelli Cervi.
Li portarono al poligono di tiro di Reggio Emilia e li fucilarono.
La loro colpa era stata quella di essere stati antifascisti, di aver ospitato nella loro casa di contadini, disertori e partigiani.
Sette fratelli, tutti uccisi.
La mamma Genoveffa dopo poco tempo morì di "crepacuore".
Il padre - Papà Cervi - resistette e diventò il simbolo della Resistenza, della dignità, della libertà.
Raccolse attorno a sé i nipoti e disse: "dopo un raccolto ne viene un altro".
Una frase che è diventata leggenda, ma che a lui - contadino e cresciuto con i ritmi della natura - venne spontanea.
Penso sia importante ricordare oggi i Sette Fratelli Cervi.
A questo proposito consiglio due cose: la prima è venire a Campegine a visitare la loro casa, oggi diventato Museo: difficile non emozionarsi.
La seconda vedere - o rivedere - il film i sette fratelli Cervi con la magistrale interpretazione di Gian Maria Volonté. Viva la Resistenza!

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