di Leonardo Caponi

 

PERUGIA - Ieri sera, organizzata dal Comitato Probellocchio, presso la Sala Pietro Conti della CGIL, si è svolta una assemblea pubblica sui problemi del quartiere che ha visto una grande partecipazione popolare. In vece del Sindaco Romizi, impegnato a Roma, ha partecipato l'assessore all'urbanistica Prisco. E' stata, com'era prevedibile, una riunione molto animata, a tratti anche aspra e tumultuosa, dominata dalla questione sicurezza. Alla fine si è costituita una delegazione che avrà il compito di incontrare il Questore e l'assessore ai trasporti regionale, Rometti sul tema specifico del sottopasso della stazione FFSS, le cui condizioni strutturali e ambientali sono indegne di una città civile.

La gente del Bellocchio è esasperata da una situazione che giudica insostenibile, tra scippi, furti, spaccio e prostituzione. Il Bellocchio è un quartiere di frontiera. Esiste, indubbiamente una questione di maggiore presenza della forza pubblica e di inasprimento della repressione (allentate dopo il periodo preelettorale). Personalmente tuttavia, come ho detto introducendo l'assemblea, non ho mai creduto e continuo a non credere che la sicurezza sia esclusivamente o prevalentemente un problema di polizia.

Confortato da molte esperienze pratiche, ritengo che la questione sia quella di "espandere" la vita sociale e far riconquistare alla gente "perbene" gli spazi e i luoghi  delle nostre città che il vuoto consegna alla delinquenza. Al Bellocchio e in via del Macello, come a Fontivegge e in tutta Perugia, c'è bisogno di una grande azione di recupero e bonifica urbana. Bisogna smettere di costruire nuove volumetrie (specie quegli enormi spazi commerciali che consumano il territorio, devastano l'ambiente e non rilanciano l’economia) e intervenire sulle zone di degrado e sul patrimonio edilizio esistente. Ho avanzato la richiesta che il Comune al Bellocchio e per il Bellocchio richieda finanziamenti europei per un Piano integrato di Quartiere e che incentivi, con agevolazioni e manovre fiscali, il recupero degli edifici fatiscenti o in condizioni precarie.

La costituzione di un Centro anziani e/o socioculturale sarebbe un utile strumento per ricreare una vita sociale e una integrazione nella comunità italiana e, nel rispetto delle leggi e delle regole italiane, con le numerose altre comunità straniere residenti. Il Bellocchio è il primo quartiere di Perugia compiutamente multietnico. "Rimandiamoli a casa loro!", rivolta agli extracomunitari, è una frase irrealistica, prima ancora che implicitamente razzista. Anche perché a utilizzare gli stranieri per lavori che i "nostri" non vogliono più fare, siamo noi italiani e ad affittare ai rom appartamenti degradati e alle prostitute ed ai trans i moderni miniappartamenti dell’Ottagono che così rendono di più, siamo ancora noi italiani.

Il problema è quindi quello di perseguire e rispedire a "casa loro" i delinquenti, ma di integrare i tanti stranieri per bene e operosi che vivono anche al Bellocchio. Devo dire che queste sollecitazioni sono state scarsamente raccolte dall'assessore il quale può, per ora a ragione, invocare e trincerarsi dietro il primo periodo di ambientamento. Vedremo in seguito quello che la nuova Giunta saprà e vorrà fare. La gente del Bellocchio li aspetta alla prova dei fatti. 

                                                                            

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