di Luigi Vinci - Novità Edizioni Punto Rosso

Dal punto di vista degli interessi di classe del proletariato, “la verità è sempre concreta”, e di essa fa parte che “il proletariato, nella lotta per il potere, non abbia altra arma che l’organizzazione”. A sua volta, il “modo scientifico” dell’analisi sociale e della politica rivoluzionaria è quello che si pone “dal punto di vista dei rapporti di classe nella società”

(Lenin)

 

“Ho lavorato a queste note sul marxismo, e ad altre, dapprima disordinatamente, poi organizzandole e completandole, per più di vent’anni, senza un obiettivo quanto al loro utilizzo. Era il mio modo di fare i conti con la mia crescente insoddisfazione riguardo all’andamento, benché non ancora catastrofico, della sinistra italiana, già la più potente anche teoricamente in Europa occidentale; un andamento inspiegabile con gli strumenti usuali del marxismo. Era anche il mio modo di ricostruirmi le idee, per connettermi a nuovi punti di vista, per fare correre l’immaginazione.

Mi ha molto aiutato il biennio trascorso al Senato e il decennio poi trascorso al Parlamento Europeo: non solo per ciò che si acquisisce nell’esperienza parlamentare, ma, indirettamente, perché nella quantità gigantesca di riunioni che non finiscono mai e di quelle palesemente inutili cui pure obbliga il lavoro parlamentare ho imparato rapidamente a leggere, a scrivere e anche a riposare la mente, senza che al tempo stesso venisse meno l’attenzione alla discussione e, credo, la capacità di cogliere e di tentare di evitare trappole politiche o danni a quelle vittime del capitalismo che mi proponevo, con altri compagni, di rappresentare. Solo successivamente, alla conclusione una decina di anni fa della mia esperienza di parlamentare europeo, ho deciso di recuperare e di sviluppare le mie note in vista di una loro pubblicazione. Si è trattato di una fatica non leggera, anche perché continuamente disorganizzata da molte incertezze e dall’impegno politico. L’ho però avvertita come un obbligo, prima di tutto verso le generazioni più recenti della sinistra italiana, prive di qualcosa di utilizzabile, dentro a partiti che non si preoccupano di aiutarle a impadronirsi di strumenti critici, spesso in balia di pittoreschi o prepotenti ciarlatani.

Certamente ciò che ho scritto sinora e scriverò prossimamente risulta inadeguato sul piano della teoria, per miei limiti; ma forse risulterà utile al consolidamento della scelta, dapprima, come sempre, emotiva, morale, entusiasta, disinteressata, di porsi dalla parte delle vittime delle varie tipologie dello sfruttamento e dell’oppressione, e che poi, sotto la pressione delle necessità materiali della vita, delle difficoltà politiche, delle sconfitte, delle demoralizzazioni, può rischiare di cedere a eccessive transazioni. Ma un po’ ho sentito anche l’obbligo di rivolgermi, con identico motivo, a quei miei compagni delle generazioni meno giovani, che con coraggio e ostinazione continuano a tenere in piedi quanto della sinistra italiana residua e intendono ricostruirla. Questi compagni si chiedono quali siano i motivi di non immediata evidenza degli ostacoli ai quali si scontrano dentro alla sinistra, e hanno il diritto ad avere risposte possibilmente non limitate alla descrizione di quei fenomeni involutivi evidenti che hanno attraversato e continuano ad attraversare gruppi dirigenti ed apparati”.

(dall'Introduzione dell'autore)

 

Collana Il presente come storia, pagg. 800, 25 euro. Anche in e-book

http://www.puntorossolibri.it/

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