Prigioni: Il pg Galati e la "riduzione ragionata" della carcerazione preventiva
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Importante presa di posizione del procuratore generale Giovanni Galati. L'alto magistrato, che coordina il lavoro delle quattro procure attualmente operanti nel distretto dell'Umbria (Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto), ha affermato, pubblicamente, "che presterà particolare riguardo al fenomeno del superaffollamento delle carcere" e, soprattutto "darà attuazione ad un monitoraggio dell'attività delle procure del distretto al fine di coordinare gli interventi per una "riduzione ragionata" del ricorso alla carcerazione preventiva".
Come è noto in Umbria sono ospitati 1.630 detenuti (tra le prigioni di Spoleto, Terni, Perugia e Orvieto), di cui il 75% stanno scontando una pena definitiva. "I detenuti con condanna definitiva - aveva sottolineato, con preoccupazione, il presidente della corte d'appello Wladimiro De Nunzio in occasione dell'inaigurazione dell'anno giudiziario - sono triplicati in quattro anni, passando da 450 del 2008 a 1.256 dello scorso 31 dicembre..."
Questo costante aumento - che spesso costringe a far convivere in pochi metri non uno ma spesso anche tre detenuti, uno dei quali la sera è costrettoa domnrire con un materassino sul pavimento - provoca una serie di problemi, tra i quali spicca il numero dei suicidi in cella, quello della scarsità del numero degli agenti di custodia e anche quello del "trattamento inumano e degradante" (che si sarebbe verificato a Busto Arsizio e a Piacenza) per il quale la Corte europea dei Diritti dell'Uomo" di Strasburgo ha condannato, appena venti giorni fa, l'Italia a indennizzare con 100mila euro sette detenuti di quelle due carceri.
I giudici di Strasburgo hanno accertato la violazione dell'art. 3 della Convenzione europea ("Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti"), principio che è sancito anche nella nostra Costituzione ("Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato").
"Le autorità italiane - è l'invito del procuratore Galati - sono chiamate a trovare una soluzione per il sovraffollamento presente nella stragrande maggioranza delle prigioni del nostro Paese. Il presidente Napolitano ha richiesto una azione concreta ed incisiva che ponga fine ad una situazione indegna di una nazione civile. Mi auguro che l'impegno delle forze politiche sul punto trovi immediata attenzione con l'inizio della nuova legislatura".
Nel frattempo la procura generale umbra cercherà di praticare la strada di una "riduzione ragionata" del ricorso alla carcerazione preventiva. Che è gi una strada, anche se non molto spaziosa.

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