di Stefano Vinti - Associazione Umbrialeft.

La sanità umbra,com'è noto, è stata commissariata politicamente e amministrativamente dalla Lega veneta, attraverso l'assessore regionale e il direttore regionale catapultati direttamente dal Veneto. Quindi, quello che intende fare la nuova Giunta regionale guidata dalla destra, è importare il modello sanitario veneto e trapiantarlo in Umbria. E' allora necessario conoscere il funzionamento e la filosofia della sanità veneta, anche carpendo informazioni dalla rete e in questo caso dal quotidiano 'next'.
In Veneto mancano 1300 medici, più di 300 solo per i servizi di Pronto Soccorso. Il presidente della Giunta regionale, Zaia, ha pensato di risolvere la questione aprendo le porte ai medici neolaureati che ancora non hanno terminato (o iniziato) la specializzazione.Alla fine il Veneto impiega 500 giovani medici non specializzati (320 per l'area del Pronto Soccorso e 180 in quella della Medicina internistica).Si è lasciato intendere che questa fosse una situazione di emergenza, ma per alcuni invece si tratta di una condizione definitiva che si protae da ben 10 anni.
Una situazione non proprio rassicurante,diciamo.
Inoltre, Luca Buratta, segretario Anaao (il sindacato dei medici ospedalieri) di Belluno, ha dichiarato che "i dati veneti del confronto schede ospedaliere 2019-2023 rispetto al 2013, mostrano inequivocabilmente una riduzione dei posti letto -816 unità (-4,29%) e un aumento dei letti a gestione privata accreditata +833 (+4,56%). Ma non basta, è netta la decurtazione di letti per pazienti post-acuti, -1533. La riduzione complessiva tra letti per acuti e post-acuti è di 1414 (-6,67%).
Ipazienti post-acuti sono quelli meno costosi per la sanità privata, ovviamente.
Secondo l'Anaao di Belluno "la privatizzazione della sanità pubblica con la Lega è raddoppiata in questi anni, arrivando al 28% per l'attività specialistica ambulatoriale e al 24% per l'attività di ricovero (dati ufficiali della Regione Veneto).
Dunque, se 'tanto mi dà tanto' il futuro che ci aspetta è un sistema sanitario con più precarità strutturale e meno esperienza dei medici, meno pubblico e più privato, per la felicità di chi pensa che la salute è un mercato e la sanità un affare.
Sarà il caso di iniziare a pensare ad iniziative politiche e sociali per contrastare questo indirizzo? Penso di si.

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