Perché NO! Spettacolo teatrale di Marco Travaglio.
di Gb Frontera
La “piece” teatrale.
Giovedì scorso al Teatro Lirick di Assisi, alle 21, lo spettacolo teatrale di Marco Travaglio, “Perché NO!”. Che dire? Saccente, debordante, pungente, ironico, satirico……….
Affabulatore ed anche puntuale ed informato. Lo spettacolo è stato avvincente con Travaglio che ha dominato il proscenio gravitando l’attenzione, con un tema, che oggettivamente era pesante e complicato, il referendum costituzionale, rendendolo comprensibile. Anche la presenza della brava Giorgia Salari, nei panni di una ministra Maria Elena Boschi, con l’artifizio di coloriti “fuori-onda”, sono serviti a mantenere viva l’attenzione di un pubblico che ha riempito il teatro, all’inverosimile. Con citazioni filmiche, nascoste, nel dialogo “…..e ho detto tutto!”. Bello spettacolo di due ore, da bersi d’un fiato.
Nel merito dell’argomento.
La cosa che urta, posto che personalmente mi sono andato a leggere gli articoli originali e modificati, con l’essermi fatto spiegare il “cosa cambia”, è che per la maggior parte delle persone, per il tema assolutamente complicato e assolutamente fondamentale per gli interessi del Paese, siano costretti al ricorso ad un evento teatrale per chiarirsi le idee. In un paese normale, ci si aspetterebbe che il servizio pubblico RAI, il cui canone è stato da poco trasformato in tassa, con sanzioni, per altro, pesanti, si ponesse in maniera terza e asettica, ospitando le ragioni dei favorevoli e dei contrari, visto che il funzionamento delle più alte istituzioni dello Stato verrà cambiato e stravolto rispetto a quanto vissuto sino ad oggi.
Sull’organizzazione.
Un grazie a chi ha organizzato lo spettacolo, il M5S, che con il loro contributo (ho sentito amici che del movimento che si sono autotassati per anticipare le spese) ed, al contrario, il trattamento da parte del Comune di Assisi, che ha trattato l'evento come un qualsiasi altro spettacolo teatrale, non raccogliendo l’occasione di dare voce ad una opinione diversa rispetto a quella “mainstream” del si, con ragioni “assolutamente” discutibili (“Se vince il NO, torniamo indietro di 30 anni”. Io dico “magari!”).
Intervista a Marco Travaglio.
A termine dello spettacolo, Marco travaglio si è concesso per una breve, ma puntuale intervista sul Referendum costituzionale. Qui il video.
Dimenticavo……..
#iovotoNO
Domenica
23/10/16
16:07
Perché magari? Il disastro che stiamo vivendo c'era già trent'anni fa, è solo che non era ancora esploso. Se li ricorda i baby pensionati a 40 anni, o le pletore di dipendenti pubblici assunti con la tessera di partito in mano? Poi ci lamentiamo di come siamo ridotti ora?
Lunedì
24/10/16
19:01
Due annotazioni a margine.
La prima attiene all'auspicio di tornare a trent'anni fà. Se l'italia ha affrontato la crisi economica degli scorsi anni (ancora non superata se non parzialmente)con maggior difficoltà di altri paesi europei è per l'handicap di un debito pubblico monstre eredità proprio di quei tempi passati così rimpianti dallo sprovveduto e/o smemorato autore dell'articolo. Come giustamente ha sottolineato chi mi ha preceduto nel commentare l'articolo, è stata la gestione a dir poco superficiale ed incoscente della spesa pubblica di quel periodo, degli anni '80 della "Milano da bere", con assunzioni statali e para statali cllientelari, il pensionamento con meno di 20 anni di contributi nel pubblico impiego (che hanno fatto colare a picco l'INPDAP al punto da averlo dovuto accorpare al'INPS facendo pagare ai lavoratori privati, in termini di peggiori condizioni di pensionamento, il debito di quelli pubblici)e le migliaia di opere inutili avviate tanto per far girare soldi e tangenti e mai concluse che adesso ci costringe ad avere servizi pubblici scadenti ed a continuare a stringere la cinghia (per gli altissimi interessi passivi che paghamo su quel debito).
La seconda attiene alla natura dell'evento che non è una forma di divulgazione delle ragioni del NO ma uno spettacolo teatrale a pagamento. Dato che nessuno vieta a Travaglio o a chi per lui, come tutti gli attivisti politici, di dedicare del tempo al sostegno della propria causa questi avrebbe potuto tranquillamente partecipare gratuitamente ad un'iniziativa sul Referendum (ed allora il comune di Assivi l'avrebbe potuta sostenere come tutte le iniziative politiche, cosa che giustamente non ha fatto dato che si trattava di un'attività a fini di lucro). Invece quello di cui parliamo è uno spettacolo di intrattenimento a pagamento che naturalmente ha un suo valore civile e culturale ma che niente ha a che vedere con l'iniziativa e l'attività politica. E se qualcuno si riduce a fare della pubblicità ad un'iniziativa a scopo di lucro credendo invece di fare politica allora davvero non ci resta che piangere.
Lunedì
24/10/16
19:40
Invece di avere la presunzione di fare lezione a tutti, sarebbe forse bene riflettere un po' sui danni prodotti dalla smania riformista che ha ridotto al lastrico il nostro Paese e che costringe oggi i giovani italiani, che non fanno più figli perché temono per il loro futuro (malgrado le cavolate della Lorenzin), a cercare migliore fortuna all'estero.
Una smania riformista che è iniziata ai tempi del buon Bettino Craxi, con l'abolizione della scala mobile, e che da allora non si è più fermata. Cito a memoria: riforma del pubblico impiego, riforma del lavoro, abolizione della giusta causa per i licenziamenti, introduzione dei contratti di lavoro atipici perché, ci dicevano in Tv, che il posto fisso è un noia, allora meglio cambiare lavoro spesso per fare nuove esperienze. Il tutto, naturalmente, perché con le riforme che ci propinavano di volta in volta saremmo stati tutti meglio. Invece i lavoratori, anche con la complicità di certi sindacati i cui dirigenti magari andavano in crociera con i soldi dei loro iscritti, si sono ritrovati senza più diritti, abbandonati alla mercé dei profittatori di ogni risma, e, da Paese industriale in sviluppo, l'Italia si è trasformata ben presto ad essere di nuovo un Paese sottosviluppato, arretrato, con una massa crescente di senza lavoro ed altrettanto dicasi per quanto riguarda le persone cadute in miseria (ormai più di 4 milioni, come ci dice la Caritas). Da Paese che accoglieva lavoratori venuti da altri Paesi, siamo tornati ad essere esportatori di manodopera (con il danno aggravato che questa voltasi si tratta di giovani istruiti e qualificati a spese dello Stato), mentre quanti erano venuti da noi in cerca di fortuna stanno tornando a casa loro perché ormai il più grande datore di lavoro del bel Paese sono le Poste e questo non perché hanno assunto, ma perché la Fiat e le altre grandi imprese italiane hanno licenziato ancora di più. Ed ora vogliono riformare anche la Costituzione, proprio come voleva fare Gelli. Ma non è ora di farla finità! Il 4 dicembre facciamoglielo capire con un bel NO!
Eugenio Pierucci
Martedì
25/10/16
10:44
Io esprimo un mio parere, semplicemente il mio punto di vista che lei può condividere o meno. Per quanto attiene ai problemi di oggi, sicuramente aggravati dalla superficialità, inadeguatezza e parziale malafede (intendendo con ciò che non tutti erano in malafede ma solo una parte) che ha interessato buona parte della classe dirigente politica di questo paese (anche se è utile ricordarci che ciò è avvenuto, e tutt'ora avviene, perchè espressione di noi popolo italiano che abbiamo gli stessi vizi e virtù dei politici tanto vituperati), è davvero ingenuo pensare che siano la mera conseguenza della politica italiana e non dei profondi cambiamenti intercorsi nella società e nell'economia mondiale. Al di là del giudizio che ciascuno ha legittimamente maturato in merito alla riforma costituzionale che siamo chiamati a confermare con il Referendum del 4 dicembre è davvero ingenuo pensare che con un semplice NO (vale anche per il SI) si possano cambiare le cose. Certamente le cose si possono e si devono cambiare ma è possibile farlo solo in parte, ovvero nella misura in cui il contesto dato lo consente, ed a prezzo di fatica e dedizione nel tempo. Per quanto attiene ai bei tempi andati che rimpiange cerchi di capire che è da lì che è iniziato il declino di questo paese. Intendiamoci la colpa non è dei diritti sociali che si erano conquistati, ma del non averli saputi ridefinire nel contesto sociale ed economico che stava cambiando. Faccio un solo esempio per chiarici: Utilizare il pubblico impiego come ammortizzzatore sociale (assumendo più del necessario) o anticipare la data di pensionamento per aprire ai giovani il mondo del lavoro non sono determinazioni sbagliate in se. Anzi erano giuste negli anni '60 quando l'Italia era un paese in forte crescita, mentre è stato profondamente sbagliato mantenerle per tutti gli anni '80 ed i primi dei '90 (i trent'anni fà che scioccamente rimpiangete mentre sono l'origne dei nostri problemi attuali) quando il paese cominciava ad essere non più al passo con i cambiamenti mondiali. La colpa di ciò è dei politici tutti (anche di tutta la sinistra) e dei sindacati che per paura di perdere consenso non hanno avuto il coraggio di sostenere cambiamenti che a quel momento sarebbero stati - per quanto non certo indolori - molto più sostenibili di quelli che adesso dobbiamo necessariamente realizzare. Se l'Italia avesse cambiato politiche del lavoro, gestione della spesa pubblica e modello di welfare per tempo avremmo affrontato la crisi con molta più capacità di resistenza ed avremmo scongiurato buona parte delle criticità che invece subiamo (basti vedere la Germania che grazie alla riforma del lavoro dei primi anni 2000, nonostante la crisi, ha una disoccupazione al di sotto del 5%). Per 20 anni (tutti gli '80 e i '90) e di nuovo nei due ultimi governi guidati da Berlusconi abbiamo accantonato il problema del debito che stavamo facendo, evitando le riforme strutturali che erano necessarie (lavoro, pensioni e pubblico impiego), finendo così con l'aggravare ulteriormente la situazione. Se oggi siamo ancora in una situazione, per quanto difficile, sostenibile, lo dobbiamo soprattutto alla BCE guidata da Mario Draghi che ha davvero fatto molto per aiutare (indirettamente dato che lo statuto della BCE non consente gli aiuti di stato) i paesi come il nostro a non sprofondare a causa dell'esplosione degli interessi passivi sul debito che avrebbero affossato il bilancio pubblico al punto tale da portarci al livello della Grecia (una terribile e drammatica crisi che a quanto pare - a noi italiani - non ci ha ancora insegnato niente) ed agli sforzi riformatori degli ultimi 3 Governi. Ripeto, ciascuno voti al refendum di dicembre secondo le proprie idee e coscienza ma non scambi quel voto per una coperta di Linus perchè non lo è e non lo sarà mai. Come non ci sarà mai alcun risultato senza sacrificio o si potrà assicurare un diritto solo perchè è giusto e non perchè si sono create le condizioni per sostenerlo (economicamente) nel tempo.
Mercoledì
26/10/16
11:59
E chi la vuole riformare sta Costituzione? Quattro ignorantelli pilotati dai poteri forti che hanno imparato quattro fesserie a memoria e ripetono sempre quelle;io vorrei che mi spiegassero articolo per articolo di quelli che pretendono di stravolgere perché non lo fanno?
Mercoledì
26/10/16
12:48
A prescindere dal giudizio che si può avere in merito alla riforma costituzionale che sarà oggetto di Referendum confermativo il prossimo 04 dicembre, la risposta alla sua domanda è il POPOLO ITALIANO (ovviamente non nella sua interezza)essendo questa stata approvata dal PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA che certamente saprà è l'organo costituzionale con il quale il Popolo esercita la sua sovranità (art. 1 della Costituzione italiana). Qualunque e quantunque negativo sia il suo giudizio su di essa (che suppongo sia di natura preconcetta dato che nel suo commento afferma di non conoscere i suoi contenuti e ne chiede spiegazione), se davvero ama la Costituzione di questo paese impari a rispettarla ed a rispettare i cittadini della nostra Repubblica che dalle istituzioni sono rappresentati.
P.s. se vuole informarsi sul merito della riforma costituzionale lo può fare come e quando vuole essendo questa pubblica. Nessuno è tenuto o ha il dovere di venire a spiegagliela di persona. E' lei, in quanto cittadino italiano, che ha il dovere di informarsi e di conoscere le leggi di questo Stato (che sono pubbliche e pubblicizzate).
Mercoledì
26/10/16
20:17
Un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale e un governo non eletto da nessuno.
Venerdì
28/10/16
13:03
Il Parlamento è stato eletto quando? Vinse con pochi voti in più Bersani e non era questo il programma, da allora solo governi non eletti. Non si preoccupi per me io mi informo, se nessuno ha il dovere di venirmela a spiegare non deve avere nemmeno la sfacciataggine di raccontarci cose non vere attraverso i mezzi di comunicazione. Troveremo sulla scheda un quesito ingannevole e non mi dica che non si sta giocando sull'ignoranza delle persone. Vorrei una spiegazione articolo per articolo per vedere se LORO (quelli che tentano di convincerci che è una buona riforma) ci hanno capito qualcosa. Io credo di no ma rispetto le idee di tutti senza avere l arroganza di insegnare niente a nessuno.
Mercoledì
26/10/16
21:59
Un Parlamento nel pieno dei suoi poteri come ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha determinato l'incostituzionalita' della legge elettorale. Il Governo in carica, come tutti i governi che l'hanno preceduto da quando è stata approvata la nostra Costituzione e l'Italia è una Repubblica sono stati indicati dal Presidente della Repubblica attraverso il conferimento di un'incarico e sono entrati nel pieno delle sue funzioni con l'ottenimento della fiducia da parte dei due rami del Parlamento. L'Italia è una Repubblica parlamentare è spetta dunque al Parlamento approvare la nascita. Dunque il Governo NON viene eletto dai cittadini, non lo prevede la nostra Costituzione, che evidentemente è meno conosciuta e compresa di quanto meriti.
Mercoledì
26/10/16
22:01
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Mercoledì
26/10/16
22:57
Resta il fatto innegabile che questo Parlamento che vuole modificare la Costituzione è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale e tuttora non modificata da un governo che si regge sui voti di Verdini & C. Se poi c'è qualcuno di bocca bocca buona che si accontenta di questi giochetti per acquietare la propria coscienza...
Ora comunque basta, c'è stato un nuovo devastante terremoto che reclama una maggiore attenzione da parte nostra.
Giovedì
27/10/16
16:27
"Se poi c'è qualcuno di bocca buona che si accontenta di questi giochetti per acquietare la propria coscienza". In questa frase è racchiusa tutta la ragione del fallimento politico di una certa "sinistra", culturalmente supponente ed incapace di confrontarsi nel merito delle questioni. Una "sinistra" talmente incapace (di confrontarsi) da rifugiarsi nella scorciatoia della denigrazione di chi è portatore di idee diverse, incurante di offendere tanto singole persone quanto le istituzioni della nostra Repubblica. Come ho premesso fin dal mio primo intervento ogni posizioni rispetto alla riforma costituzionale che sarà oggetto del Referndum confermativo del 4 dicembre prossimo è rispettabile e legittima e mi auguro che ciascuno di noi maturi la propria con ponderatezza, data la sensibilità e l'importanza della materia, giudicando i contenuti ed evitando di approciarsi ad essa superficialmente o come occasione di rivalsa per le proprie frustrazioni o delusioni politiche. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Governo ed il Parlamento in carica, qualunque sia il giudizio che abbiamo di essi, non sono "Quattro ignorantelli pilotati dai poteri forti che hanno imparato quattro fesserie a memoria e ripetono sempre quelle" ma sono i Nostri rappresentanti che dovremmo - anche opponendosi al loro politicamente - rispettare, se davvero abbiamo a cuore la nostra Costituzione e la Repubblica Italiana. Tali affermazioni, oltre che ad essere offensive ed a (de)qualificare chi le fà, niente hanno a che vedere con i contenuti della riforma su cui saremo chiamati ad esprimerci, come niente ha a che vedere con essa la provenienza politica e la storia personale dei singoli Parlamentari che hanno votato a suo favore in Aula. Non esiste nessuna proprietà transitiva che connoti la riforma, la cui elaborazione ed approvazione ha avuto un iter lungo e complesso, dal giudizio che si può avere di singoli Parlamentari della Repubblica Italiana; esattamente come nessuna pesona ragionevole ed obbiettiva giudicherebbe il Partito della Rifonazione Comunista ed il suo Segretario Paolo Ferrero sulla base del dato fattuale di aver governato assieme a Clemente Mastella.
Giovedì
27/10/16
17:14
Buona questa, siamo accusati di offendere da parte di chi ha usato termini come "sprovveduto e/o smemorato" nei confronti dell'autore dell'articolo... Ma ci faccia il piacere!
Giovedì
27/10/16
18:50
Evidentemente sforzarsi di leggere e capire quanto affermato da altri è chiedere troppo ad una redazione online. Nel mio intervento il riferimento a "sprovveduto e/o smemorato" nei confronti dell'autore dell'articolo NON era di carattere generico e riferito alla persona (come voi invece avete fatto nei miei confronti anzichè contestare nel merito quanto affermavo) ma a sue precise affermazioni circa la sua idilliaca visione degli anno '80-'90 del secolo scorso che ho spiegato e motivato ampiamente (ovviamente poi ciascuno è libero di esprimere sulle mie affermazioni il giudizio che crede). L'oggetto della discussione dovrebbe essere la riforma costituzionale e ogni vostra risposta ai miei rilievi è stata di offesa e disconoscimento delle Istituzioni della Repubblica (paradossale per chi sostiene di voler difendere la Costituzione) o un'attacco di carattere personale. Evidentemente l'oblio verso il quale state lentamente scivolando non è colpa di un "destino cinico e baro" ma il risultato dell'incapacità a misurarvi laicamente con gli altri e con i problemi e la complessità della società in cui viviamo. Cordialmente
Giovedì
27/10/16
19:33
Un'altra perla contenuta nel suo scritto del 25 ottobre scorso: "i trent'anni fà che scioccamente rimpiangete". Sciocco sarà lei e non ci dica che l'abbiamo offeso noi, per sfuggire ad una realtà dei fatti che la condanna e, soprattutto, la finisca di travisare questa realtà con suoi lunghi, professorali e ripetitivi giri di frasi fatte come "una certa sinistra".
Una cosa è certa: l'enorme disparità fra le righe consumate da lei e dal sottoscritto per esprimere le rispettive ragioni. E con questo chiudo perché la minestra si è fatta troppo lunga per i miei gusti. A lei, naturalmente, l'onore dell'ultima parola, dopo che ha avuto anche la prima.
Giovedì
27/10/16
20:08
Concordo sul fatto che questo dialogo tra sordi si sia fatto troppo lungo e meriti di essere chiuso e mi limiterò ad sola annotazione per dovere di chiarezza.
Ha ragione sul fatto che io sia senz'altro sciocco dato che mi sforzo di confrontarmi con chi invece non è disposto a farlo, al punto di travisare il significato di quanto viene da me sostenuto. Affermare "i trent'anni fà che scioccamente rimpiangete" non è dare dello sciocco a qualcuno ma evidenziare che è sciocca una specifica determinata azione, nello specifico il rimpiangere il periodo indicato. Per quanto attiene la disparità di righe "consumate" non è questione di entropia o incontinenza verbale ma di sostanza. Io motivo (poi ciascuno potrà giudicare se validamente o meno) le mie affermazioni così da permettere di confutarle e soprattutto di contestualizzarle e circoscriverle ad un ambito specifico: l'oggetto del discorso (evitando così di dare una valenza personale ai giudizi espressi), Lei evita il merito delle questioni generalizzando ed esprimendo giudizi sull'interlocutore anzichè su ciò che afferma. Sono due modi molto diversi di rapportarsi con gli altri e, mi perdonerà la presunzione, non dello stesso valore.