di Stefano Vinti 

Ieri nella sua maratona tv sull' Ucraina, il buon Enrico Mentana per confutare la tesi putiniana della denazificazione come una vera e plausibile motivazione dell'invasione, si è lasciato scappare con un mezzo sorrisetto:" non scordiamoci il patto Molotov-Ribbentrop". Come per alludere che l' URSS di Stalin abbia strizzato l'occhio alla Germania nazista,  e quindi anche i russi contemporanei non hanno le carte in regola per dichiararsi antinazisti.
Questo passaggio di Mentana lo ritengo grave, perché falso e storicamente revisionista, irrispettoso dei 27 milioni di morti sovietici, oltre la metà dei caduti su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale.
In ambito accademico, mediatico ed editoriale si tende sempre più a mettere sullo stesso piano la Germania di Hitler e la Russia di Stalin, il nazismo e il socialismo reale, lo stalinismo, il comunismo. Occorre opporsi al mainstream storiografico che disconosce il decisivo ruolo militare di Mosca e l' eroico sacrificio del popolo sovietico nella sconfitta del nazismo.
Il Patto Molotov-Ribbentrop divenne inevitabile e diretta conseguenza del tradimento di Francia e Gra Bretagna, che rifiutarono di creare con l' URSS una coalizione antifascista e sottoscrivere invece nel 1938 gli accordi di Monaco con Hitler e Mussolini.
Questi sono i fatti della storia, inconfutabili, il resto è revisionismo storico e propaganda guerrafondaia.

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