Domenica 20 settembre saremo chiamati a votare per il referendum costituzionale relativo al taglio dei parlamentari. Ora sappiamo bene che l'architettura istituzionale si regge sulla cosiddetta divisione di poteri: legislativo (Parlamento), esecutivo (Governo), Giudiziario (magistratura). Dagli anni 90 comunque i poteri non sono stati così distinti.

Le leggi ormai sono prevalentemente Decreti Legge e Legislativi emanati dal Governo, il Parlamento ridotto di fatto ad una funzione notarile, è in atto da quasi 30 anni uno scontro frontale fra l'esecutivo e la magistratura.

In questi anni la politica, colpevolmente, ha alimentato questo dibattito con argomenti demagogici e molto strumentali, creando una disaffezione ad essa nella cittadinanza.

Il costo della politica se non affrontato in termini serie e scientifici rischia di diventare un terreno fertile per chi vuole diminuire gli spazi della democrazia.

Un tentativo questo che le forze reazionarie del Paese perseguono dagli albori della Repubblica.

I dati dicono che non è la Politica ad indebitarci, basta vedere come sono stati chiusi gli ultimi 25 esercizi: avanzo primario pari a circa il 2% del PIL.

Questo, inequivocabilmente, vuol dire che lo Stato incassa più di quel che spende.

Nel 2020 con il Covid ovviamente tutto sarà diverso.

Ma il sentire popolare ci dice che riducendo i parlamentari, tutti nullafacenti e approfittatori, si risparmierebbero notevoli risorse.

Anche questo è falso. I risparmi non supereranno i 200 milioni, ed in un bilancio dove parliamo di miliardi qualcun'altro avrebbe detto "sono bruscolini".

L'assenteismo parlamentare, deputati e senatori di scarso spessore morale e culturale, derivano proprio dal tentativo di depauperare il Parlamento stesso, di colpire al cuore la Democrazia, di ridurre la rappresentanza politica e territoriale (In Umbria non avremmo più nessun rappresentante della nostra regione).

I continui cambi delle regole elettorali sono stati funzionali proprio a questo scopo: blindare il Parlamento, e tutto è avvenuto col grido qualunquista della corruzione, che non si può negare, ma che andrebbe affrontata con un surplus di politica e non viceversa.

Ora tutelare le minoranze, dare la possibilità a tutti i territori di essere presenti nelle istituzioni sta alla base dei più elementari principi democratici.

Per ridurre i costi basta una legge ordinaria: riduzione dell'indennità parlamentare, obbligo di presenza.

Dobbiamo dire basta al qualunquismo, dobbiamo partecipare, dobbiamo avere noi la possibilità di scegliere i nostri candidati, non è più possibile che le liste elettorali vengano redatte da cabine di regia per trovarsi solamente difronte alla possibilità di prendere o lasciare.

Il 20 e 21 settembre votiamo NO, votiamo per la Democrazia

Attilio Gambacorta
Associazione culturale Umbrialeft

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