di Stefano Vinti 

La propaganda della Giunta regionale dell'Umbria non cambia la realtà sociale della nostra regione. La destra al governo dell'Umbria è impegnata a somministrarci una narrazione che si scontra tutti i giorni con i dati, i numeri reali, che più di qualsiasi altro discorso ci dicono del declino in cui siamo piombati e da cui non è la destra a guida Tesei, che ce ne tira fuori.

In questi giorni il MEF (Ministero economia e finanza) pubblica dei dati molto interessanti e molto preoccupanti al tempo stesso, di cui la politica purtroppo non se ne occupa. Infatti, i contribuenti umbri che percepiscono meno di 12 mila euro lordi annui, ultima dichiarazione dei redditi, sono ben 209.865, cioè il 24% della popolazione che conta 854 mila residenti, che sono +7.146 rispetto al 2021. Quindi, in Umbria il 24% dei residenti risulta a rischio povertà e l'11,1% a rischio esclusione sociale. Un dato che conferma quello  di Perugia stimato dalla Caritas, con un rischio povertà per circa il 20% dei cittadini. Inoltre, 468.797 contribuenti dichiarano meno di 20 mila euro lordi annui, in 3.869 dichiarano sopra la quota 120 mila €, che determinano  270.816 contribuenti tra questi due redditi totali.
Inoltre, anche il Sole24ore, ci ha fornito il dato dell'aumento in Umbria del reddito complessivo medio del 2022 rispetto al 2021: +1,4%. Considerando l'inflazione media annua del 5/6%, è facile fare i conti di come sia calato il potere d'acquisto in Umbria, anche a fronte di un aumento medio in Italia del 4,5%. Tradotto in soldoni il reddito in Umbria, mediamente è di 20.800€, mentre in Italia di 22.500€.
Ecco i numeri che ci dicono con chiarezza del nostro declino economico e sociale, numeri che smentiscono le favole della Giunta regionale e che accusano una opposizione evanescente e  quei sindacati sordi al grido di dolore sociale e di diseguaglianza che sale dal profondo della società.

Condividi