di Roberto Musacchio.

383 si 327 no. Ursula Von der Leyen viene approvata dal Parlamento Europeo con soli 9 voti di scarto sulla maggioranza richiesta.
Sono circa 50 voti in meno di quelli presi 5 anni fa da Juncker. 
Dopo anni di crisi si è "letto" il voto europeo come una conferma del proprio operato e si è fatto un percorso intergovernativo che ha negato quel poco di democrazia avviata con gli spitzenkandidat indulgendo in trattative poco edificanti producendo questo risultato.
Un totale continuismo programmatico che non affronta sul serio nessun problema della sofferenza di chi vive in Europa o di chi vorrebbe arrivarci che invece è drammatica.
I Cinquestelle e il Pd si accodano. Blanditi i "populisti" per separarli dai "sovranisti".
Divisi i socialisti. Decisivi i popolari con i loro tanti sovranisti e i liberali resi ancora più liberisti da Macron.
Gue e Verdi sono una robusta opposizione di alternativa che dimostra che la dialettica non è tra governance e sovranisti. Si conferma l'importanza di questi due gruppi che in Italia si è fatto di tutto perché non avessero rappresentanza e nel cui voto io mi riconosco.
Lo strappo di Macron ha ottenuto il risultato voluto anche se con molti rischi.
La UE ha una "nuova" maggioranza risicata ma più "politica". 
Non è quella di cui si è straparlato in campagna elettorale "da Macron a Tsipras" ma "da Macron a Di Maio".
I liberali di Macron sono al centro e la Germania del dopo Merkel e della Spd in crisi converge pagando prezzi nelle alleanze interne ed esterne ma restando il Paese più forte. Sanchez ha garantito la maggioranza dei socialisti compreso il Pd.
La maggioranza parlamentare è striminzita ma allargabile facilmente perché la Spd verosimilmente non starà all'opposizione e gli stessi verdi dopo lo schiaffo della esclusione dovranno tenere e non sarà facile.
Sui paesi a guida sovranista si farà un riequilibrio nelle nomine.
Resta l'Italia dove la partita sarà complessa. Ora Conte dovrà garantire una nomina di peso. Ma un leghista potrebbe non passare il voto di Strasburgo. Sia per i cinquestelle che per la lega le scelte non sono facili. Anche Salvini ha bisogno di risultati e può pensare che gli serva che il governo sia suo anche formalmente. 
Vedremo.
Intanto, come ho già scritto, è bene ricordare che dei 327 voti contrari (più gli astenuti) una buona metà sono da sinistra.

Condividi