di Renato Casaioli

Il candidato a sindaco Marcello De Vito, dopo la Caporetto che si è affermata per il suo Movimento in questa tornata elettorale amministrativa, ha detto che il M5s non darà indicazione per il ballottaggio alle comunali di Roma. Ha lasciato intendere che per lui e il Movimento, Marino e Alemanno, sono identici. E’ solo l’ultima delle panzane sparate da uno che fa parte a pieno titolo di questo gruppo di seguaci del pagliaccio barbuto.  Una miopia politico culturale, niente affatto sincera. Dinnanzi alla debacle nazionale rappresentata dal voto, la reazione dei dirigenti del M5s, assomiglia molto a quella dei gerarchi sovietici, che accusavano i nemici dei lavoratori e della pace, tramare contro lo stato socialista.

Prendersela con la televisione, che non avrebbe dato il giusto risalto alle proposte (?) del Movimento, dopo che si è espulso attraverso processi sommari e richieste di abiura, chi ha provato ad andarci, è semplicemente ridicolo. Ora il tirchio saltimbanco e il tenebroso capellone Casaleggio, dopo l’inchiesta della brava Gabanelli, che gli ha posto domande semplici e chiare sui loro bilanci, su come funziona il loro sito, su quanto ci guadagnano e dove vanno a finire quelle somme davvero ingenti di euro, non hanno più alibi. E nessuno che abbia un minimo di capacità riflessiva, potrà negare l’arroganza che i due compari di avventura, hanno esternato dinnanzi  a quelle semplici domande. Il loro comportamento non è stato dissimile da quei personaggi mafiosi, dei tanti prepotenti della Casta politica quando sono presi con le mani nel sacco: demonizzare, minacciare, negare, occultare. Il Re sta sempre più denudandosi, mostrando agli occhi degli adepti, tutte le magagne di un corpo che credevano immacolato e turgido.

L’ubriacatura forse sta passando, le nebbie abilmente sparse dai due, si stanno diradando e lasciano intravvedere uno scenario populistico davvero inquietante, dove la menzogna, l’inganno, il pressapochismo sono le sole e vere caratteristiche.  Quel no a oltranza urlato da Grillo, ha messo abilmente sotto il tappeto la loro incapacità a misurarsi con i problemi del Paese, ha stroncato sul nascere ogni tentativo di cambiamento e soprattutto ha consentito a Berlusconi di ritornare arbitro della politica in Italia. Che fosse stato un abile gioco delle parti, studiato nei minimi dettagli dai due insieme al berlusca?

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