L'editoriale di Gian Filippo Della Croce: la lettera

di Gian Filippo Della Croce
Comincia così “ Convinti del valore innovativo e di autentico incontro di culture politiche diverse, abbiamo sostenuto Bersani e Bottini. I risultati sono stati piuttosto deludenti. Mentre la grave crisi del PD ternano è frutto dell’esercizio di una egemonia di potere senza cultura, in cui si sono esercitati gruppi ristretti di dirigenti, eredi della vecchia politica…..”. E’ la lettera che l’area riformista e cattolica –democratica del Partito Democratico ternano ha scritto e pubblicato sui principali quotidiani.Una lucida e spietata denuncia dei mali che affliggono quel partito e in particolare il PD ternano. Mali che sono sotto gli occhi di tutti e che evidenziano la grave difficoltà che il PD vive anche in Umbria dove tra l’altro essendo al centro del sistema del potere amministrativo locale , rischia di proiettare la sua crisi interna sulle prospettive del complessivo sviluppo della nostra regione. Uno sviluppo che l’Umbria attende con ansia, in una situazione di sempre maggiore emergenza, all’interno dello scenario di una crisi economica mai vista, che attanaglia l’intero Paese. Ma la crisi che in un contesto di difficoltà a livello nazionale, il PD vive in Umbria e a Terni in particolare, è la dimostrazione della fine di un ciclo della storia di questo partito che a questo punto o saprà rinnovarsi o non sopravviverà a se stesso. L’interrogativo inquietante è se questi gruppi dirigenti sapranno interpretare un cambiamento vero nella forma e nei contenuti rompendo lo steccato che hanno fin qui eretto fra loro e la società civile, ciò che gli viene rimproverato anche dai giovani che in queste ore occupano le sedi del partito in quasi tutto il Paese, Umbria compresa. Chiedono un cambiamento, che venga affrontato tenendo conto che non si può cambiare nulla se il cambiamento viene portato avanti con la stessa mentalità che ha contribuito a creare quella realtà che deve essere cambiata.
La lettera quindi richiama la necessità di una profonda riflessione sulle sorti di un partito che forte di un consenso di lunga durata, come lo è in Umbria, appare oggi come non in grado di evitare un possibile ridimensionamento e quindi una eventuale marginalizzazione . Saggezza vorrebbe che se ne potesse discutere nell’immediato. Serve in effetti che il dialogo che sollecitano gli estensori della lettera, così come i giovani di “Occupy PD”, avvenga adesso e non subisca i ritardi che potrebbero derivare dalle spinte protezionistiche di una classe dirigente che intende conservare a tutti i costi un potere sempre più carente dal punto di vista politico e culturale. In breve un potere che rischia di diventare inadeguato alle attuali necessità di un territorio regionale nel quale convivono aree di crisi profonda come quella di Terni . Mancano le risposte e quando non si riesce a darle nemmeno ai giovani, vuol dire che non si hanno progetti per il futuro. Alla lettera dei riformisti ternani fa eco l’intervista che Franco Marini ha rilasciato ieri a La Repubblica, una intervista che comincia così “..cosa ha massacrato il PD? La debolezza e l’opportunismo…”. Parole pesanti, ma il presente del PD è ormai un turbine di giudizi, di rimproveri, di rimpianti, di recriminazioni, di veti, per cui anche le parole amare di un politico di lungo corso come Marini non fanno che aggiungere benzina ad un falò che rischia di essere indomabile. L’attuale classe dirigente di quello che doveva essere il partito perno della sinistra italiana e bastione della nostra democrazia, si interroghi rapidamente sul ruolo che vuole giocare in questo momento e su cosa deve essere in questo momento un partito come il PD, quali capacità ha ancora di accogliere concretamente le istanze che provengono dal suo elettorato. Un elettorato che stando agli ultimi sondaggi, pur sempre più disamorato, continua a dare il suo consenso, perché sa che questo paese ha bisogno di una forte rappresentanza a sinistra che riequilibri lo scenario politico italiano che volente o nolente è fatto di sinistra e di destra, ma chiede una classe dirigente, un progetto, un partito adeguato, il PD attuale lo è ancora?
Nel 2013 questo partito è stato capace di sprecare la più grande occasione, sembrava che ci fosse solo il PD in campo, e invece……è ora che qualcuno si assuma finalmente le proprie responsabilità, perché no, cominciando anche da Terni….

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