di Leonardo Caponi

PERUGIA - L'11 settembre 1973 si compiva in Cile, voluto dalla borghesia cilena e sostenuto dagli americani, il colpo di stato contro il Presidente socialista Salvador Allende e uno dei primi governi di sinistra e progressisti dell'America Latina.

Fu, anche in Italia, una stagione tragica e luminosa. Molto compagni esuli cileni ripararono e furono accolti e ospitati a Perugia, dove in un clima di solidarieta' umana e politica, poterono contribuire a prepare il riscatto democratico del loro lontano Paese. In anni recenti alcuni di loro, come Juan Barattini, marito della cantante follk Marta Contreras di cui ricordiamo i concerti e la splendida voce, si e' preso una bella rivincita sulla crudelta' fascista di quegli anni, diventando ministro dei governi della nuova primavera progressista cilena.

Vorrei ricordare un indomito dirigente del Partito comunista cileno, Luis Guastalvino, un uomo dai capelli rossi, che tenne un memorabile e straordinario discorso in spagnolo alla Sala dei Notari, che fu capito da tutti. Oggi l'America Latina, per fortuna, e' prondamente cambiata. Grazie anche alla Resistenza cilena di quegli anni, si sta emancipando dal dominio americano e delle multinazionali e molti dei suoi Paesi e coalizioni di Paesi rappresentano una nuova speranza per il mondo e anche per la allocchita e delusa sinistra europea.

Ricordo infine, subito dopo il golpe, le appassionate discussioni nella Federazione del Pci tra chi difendeva il modello di transizione democratica al socialismo e chi, senza rivoluzione armata, lo giudicava impraticabile...Mi piacerebbe riprenderla, ma, in questi tempi di morte della politica, ne sento comunque tanta nostalgia...

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