di Angelo d'Orsi.

Tra i fatti inspiegabili della storia recente è e rimarrà il consenso a Mario Draghi, che nasce dall'idea, rivelatasi falsissima, di una sua autorevolezza, che nascerebbe dalla pretesa, asserita competenza in fatto di economia e finanza. O meglio la sua competenza è quella di un autentico servitore del padrone, un emissario dell'ultraliberismo, un esecutore dei disegni del finanz-capitalismo, tale da far rimpiangere un Guido Carli, che passava dalla Banca d'Italia a un ministero alla presidenza di Confindustria... Per tacere del suo ruolo nel ricondurre la Grecia di Tsipras sotto le "regole" della Commissione Europea, del FMI, della BCE, affamando un intero popolo.
Nella sua esperienza di governo, questo banchiere che si spacciava per liberalsocialista (!), è stato sempre protagonista di scelte antipopolari, ma nel contempo ha svolto un compito di modestissimo amministratore della cosa pubblica. Eppure si è continuato a parlare di "autorevolezza"!
Ma è con la guerra in Ucraina, che Draghi ha rivelato il suo volto peggiore: incapace di tenere l'Italia su una posizione equilibrata, buttando alle ortiche un patrimonio pluridecennale di una politica estera che pur fedele all'Alleanza Atlantica aveva cercato sempre di mantenere una relativa indipendenza da Washington. Nella guerra, Mario Draghi, con un disprezzo totale per l'opinione pubblica, e piegando il Parlamento col ricatto sottinteso del voto anticipato (e quanti parlamentari sono pronti a rinunciare a un anno di stipendio e connessi privilegi?!), si è rivelato il guerrafondaio n. 1 nella UE. Mandare armi, mandare più armi, mandare armi più pesanti e potenti, aumentare le spese militari, e tutto questo in una situazione economica che vede i ceti deprivilegiati ridotti a un passo dalla fame, la Sanità devastata, la Scuola in gravissime difficoltà, tutti i servizi ridotti a malpartito. E con le sanzioni contro la Russia che si sono rivelate (come avevamo previsto fin dall'inizio) un micidiale boomerang, di cui stiamo pagando e pagheremo le conseguenze pesantemente. E per continuare a "colpire Putin" (!) si minaccia di ritornare al carbone, e al nucleare, mentre la natura ci sta facendo pagare il conto con una siccità micidiale, con temperature da deserto del Sahara, con una crisi ambientale ormai epocale. Ma noi, sotto l'elmo di Draghi, vogliamo fare la guerra!
Non a caso il comico dittatore Zelenski e i suoi subordinati premono perché Draghi resti, così come, con una vergognosa intromissione negli affari interni di un Paese, giornali e politici espressione dei famigerati "poteri forti" stanno facendo una vigorosa campagna pro-Draghi. Il che di per sè dovrebbe già suscitare una reazione italiana, ossia del Presidente della Repubblica, in nome della dignità nazionale, e dell'autonomia delle scelte politiche del Paese, cosa ovviamente che non si è verificata. Ma che sindaci e presidenti di Regione scendano in campo, per dichiarare "Draghi o morte!" è un ennesimo strappo alla Costituzione, e alle regole del corretto funzionamento dello Stato.Infine, Matteo Renzi, riemerso grazie alla crisi dal suo silenzio, lancia addirittura una petizione, minacciando le elezioni, dall'alto del suo 1,3% di voti.
Ma più di tutti inquieta l'appello del "terzo settore", che senza un minimo di lettura critica della situazione, prega perché Draghi rimanga. E continui ad affamare le masse popolari e a contribuire al massacro in Ucraina. C'è da essere oltre che preoccupati, davvero disgustati. Ricordiamo le associazioni firmatarie di questo appello, ad ogni buon conto: Acli, Arci, Azione Cattolica, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l'Unità.
E intanto come sempre in prima linea c'è il PD di Letta, più draghiano di Draghi, mentre il Movimento 5S, deflagrato, non si sa dove andrà a parare. E Giorgia Meloni scalpita per le elezioni anticipate, convinta di stravincerle, mentre i suoi amici-nemici (da Salvini a Berlusconi) appaiono in gravi difficoltà.
E la Sinistra? il mio Appello per la sua "rinascita" che pure aveva riscosso notevole successo, si è fermato, per ora, davanti agli sviluppi che hanno visto l'aggregazione dell' "Unione Popolare". Sarà vera gloria? Saremo capaci di far sentire una voce davvero alternativa? E mettere in campo un soggetto unitario capace di parlare con linguaggio nuovo, e ricuperare quei milioni di italiani e italiane disgustati dalla politica? Quegli uomini e donne che alla Sinistra hanno voltato le spalle, magari confusi anche dal "Centrosinistra", e i suoi "cespugli", che nulla ha a che fare con la Sinistra.
Questo è il punto decisivo. Se si andrà alle elezioni anticipate, occorrerà mettere da parte ogni distinguo, e lottare insieme. In caso contrario avremo l'obbligo, morale e politico, di portare avanti il percorso di rinascita in modo trasparente e assolutamente democratico, imparando a parlare un linguaggio nuovo, adeguato ai tempi nuovi, così drammatici, pena non solo una nuova sconfitta, ma l'estinzione.
 

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