La sottovalutazione della guerra è un deficit politico che colpisce la sinistra di oggi. La guerra in corso mette in luce un ordine politico del mondo che non sta più in piedi e va cambiato. Ciò non rende più asettica e fredda questa guerra, anzi la rende più drammatica perché emerge l incapacità di governare i problemi del mondo con la politica. La storia del movimento operaio è lotta per conquistare diritti sociali e politici, ma non si capisce nulla di quelle lotte se non si vedono le cesure storiche segnate dalle grandi guerre europee: le guerre napoleoniche, la guerra franco prussiana, le due guerre mondiali e la guerra fredda. In ognuno di questi passaggi è cambiata la fisionomia dei partiti di sinistra e le forme di organizzazione e di lotta. Un caro compagno è solito dire che la sinistra, come l abbiamo conosciuta dopo l 89, muore a Kiev perché non capisce quello che sta succedendo ed è successo. La guerra non è un punto del programma, è il punto principale e bisogna prendere posizione non solo perché siamo per la pace ovviamente ma perché c'è un ordine del mondo da cambiare

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