Eppur si muove!

di Claudio Grassi
Sono molti i fatti importanti e interessanti che stanno avvenendo in Europa, e anche in Italia, destinati a scuotere e condizionare il variegato mondo della sinistra. L’auspicabile vittoria di Syriza nelle elezioni greche della prossima domenica non potrà non avere riflessi in tutta l’Europa. Intanto dalla Spagna continuano ad arrivare notizie di una continua crescita di Podemos, oggi accreditata come prima formazione politica. Abbiamo assistito, recentemente, anche al sorprendente risultato (16,4%) di Sinčić, giovanissimo leader di “muro vivente”, in Croazia.
E da noi? In Italia? Qualcosa finalmente si muove dopo la lunga “pausa di riflessione” all’indomani del pur positivo risultato della Lista Tsipras. Sarebbe ingeneroso non riconoscerlo. Ma nel suo complesso il quadro politico è ancora arretrato rispetto a quello che avviene in altri paesi europei.
La determinazione con cui Matteo Renzi porta avanti la sua trasformazione del Pd in partito sempre più di centro, ha creato prima malumori, poi vere e proprie crepe nei rapporti con la Cgil e con la stessa sinistra interna da tempo in sofferenza. Non è più solo la Fiom o la sinistra sindacale, come negli anni passati, a promuovere mobilitazione contro i provvedimenti del Governo, ma tutta la Cgil, che con la manifestazione del 25 ottobre prima e con lo sciopero del 12 dicembre poi si è collocata nettamente all’opposizione di Renzi. Non era scontato. Lo stesso risultato elettorale delle regionali dell’Emilia Romagna (700.000 voti passati nell’arco di 3 mesi da Pd all’astensione), è stato fortemente influenzato da questa situazione.
Ma ci sono altri elementi importanti. Le primarie in Liguria vinte di misura dalla renziana Raffaella Paita – con l’ormai consueto corredo di brogli (ricordate Napoli?) – hanno spinto Sergio Cofferati a sbattere la porta di via del Nazzareno. Si tratta di un fatto assai rilevante. Credo di non esagerare sostenendo che la decisione dell’ex-segretario della Cgil di uscire dal Pd possa essere paragonata, per peso politico e per popolarità, alla scelta che fece Lafontaine in Germania quando lasciò l’Spd. Non dimentichiamoci che per Die Linke fu una vera boccata di ossigeno, capace di farla diventare popolare anche all’Ovest. La scelta di Cofferati – come acutamente ha sottolineato Landini – potrebbe produrre quello scossa che non c’è ancora stata nel Pd, dare forza alla sinistra del partito renziano, dare vita ad un nuovo soggetto politico della Sinistra.
Ci auguriamo che Cofferati non faccia mancare il suo contributo in questo senso, così come auspichiamo che pezzi della sinistra Pd, sempre più in sofferenza rispetto alla linea politica di Matteo Renzi, si uniscano a questo progetto.
Infine qualche buona notizia arriva anche dall’articolato mondo di forze politiche che si collocano a sinistra del Pd. La Lista Tsipras, nella due giorni di Bologna, ha messo in minoranza quelle posizioni interne che l’avrebbero necessariamente condannata all’isolamento in nome dell’autosufficienza. Da parte sua Sel, attraverso la coalizione dei diritti e del lavoro prima e l’assemblea di Human Factor che si terrà questo fine settimana a Milano, si è messa a disposizione per la costruzione di una nuova formazione politica della Sinistra. Non possiamo più permetterci di perdere tempo. La condizione drammatica in cui la crisi economica sta gettando milioni di persone ce lo impone.
Le scelte del Pd di Renzi, ma anche le mancate risposte del M5S, ci consegnano uno spazio enorme di azione politica. Tocca a noi costruire anche in Italia una nuova formazione politica a sinistra del Pd, radicale nei contenuti, ma che abbia l’ambizione di essere maggioritaria. Accogliente e non minoritaria. Aperta e non rancorosa. Che sappia applaudire e non fischiare se qualcuno, che fino al giorno prima ha avuto opinioni diverse da noi, viene con noi. Sinistra Lavoro è completamente a disposizione per questo progetto.




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