(AVInews) – Perugia, 23 mar. – “Difronte alla pandemia del Coronavirus quel che serve è un sistema di protezione sociale per tutti i cittadini, modulato in base alle esigenze di ciascuno. Occorre evitare che la crisi produca ancora più diseguaglianza ed esclusione sociale di quanto non abbia prodotto questo modello liberista nella sua, cosiddetta, normalità. Il problema è stato posto da chi ha iniziato a parlare di un ‘reddito di quarantena’, concepito come una estensione del ‘reddito di cittadinanza’ in senso universalistico, incondizionato e non vincolato, destinato ai quasi 15 milioni di poveri relativi”. Questo il commento che arriva da Stefano Vinti dell’associazione culturale Umbrialeft. “Il reddito di quarantena – prosegue Vinti – potrebbe essere assegnato a chi rischia di perdere una parte del proprio salario, integrando le diverse forme di Cassa integrazione, così che possa ricevere ciò che manca dal suo reddito. Chi è escluso dagli ammortizzatori sociali potrebbe ricevere un reddito pieno, calcolato sul massimale dell’attuale reddito di cittadinanza: 780 euro, subito, a testa. L’estensione di questa misura andrebbe a beneficio dei disoccupati, di chi lavora nella zona grigia del lavoro informale e non ha potuto accedere al reddito di cittadinanza, e potrebbe completare e integrare il bonus di 600 euro delle partite Iva, previsto dal decreto ‘Cura Italia’”.

“Questa misura – sostiene Vinti – potrebbe essere finanziata dai provvedimenti annunciati dalla Bce, da ulteriori misure economiche previste a livello nazionale, da una riforma fiscale progressiva e da una patrimoniale dell’1-2 per cento sulle grandi ricchezze dei milionari. Il reddito di cittadinanza cosi impostato sarebbe una misura strutturale e duratura, che andrebbe oltre questa drammatica emergenza, utile per i prossimi anni quando si dovrà affrontare l’inevitabile e dura recessione economica, che sarà globale, dagli effetti sociali e politici oggi imprevedibili”. “Il ‘reddito di quarantena’ – conclude il rappresentante di Umbrialeft – è una proposta avanzata dal Basic Income Network (Bin, che ha promosso una petizione al Governo e al Parlamento, che andrebbe ripresa e sostenuta dalle forze politiche, sociali e culturali progressiste umbre, anche per incalzare la maggioranza a trazione leghista che governa la Regione e che dimostra, già da questa situazione di emergenza, la sua inconsistenza e incapacità politica e gestionale. L’orizzonte politico non può che essere: uguaglianza e universalità dei diritti dei cittadini difronte alla crisi e all’emergenza”.

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