Ho avuto la fortuna e il privilegio di essere all'Avana il giorno dell'arrivo del Presidente Obama. Il centro della città, forse anche per effetto dei molti divieti di parcheggio e la pioggia insistente, sembrava deserto. Lungo le strade nessuna folla ad attenderlo, solo un piccolo gruppo di un centinaio di persone (secondo me organizzate) che lo hanno applaudito all'ingresso della Cattedrale. Insomma non si è vissuto nessun clima da "storico incontro" come era quello che si stava vivendo dopo settanta anni dall'ultima visita di un Presidente americano e più di cinquanta di ostilità tra Cuba e Usa. Ho avuto la conferma di quello che avevo capito parlando non solo con membri del partito, ma con tanta gente: i cubani guardano con scetticismo al riavvicinamento con i nordamericani finchè questi non avranno tolto il blocco e restituito Guantanamo. Dire che Cuba aspetta di essere "liberata" dagli americani è una totale sciocchezza. La verità è che i cubani diffidano dei loro interlocutori che conoscono bene e sono gelosi dell'autonomia e indipendenza nazionale e anche delle loro conquiste sociali. I dirigenti cubani avranni avranno molti difetti, ma vantano una straordinaria conoscenza degli umori e delle aspirazioni del loro popolo. E' un elemento rassicurante che mi porta a dire che chi prevede che il socialismo cubano sarà presto travolto dai dollari americani, sbaglia.

Leonardo Caponi

 

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