La crisi è stata utilizzata per demolire i diritti dei lavoratori e dei pensionati. Con le modifiche apportate all’articolo 18, rendendo così più facili i licenziamenti, si è dato un colpo ai giovani e agli anziani. Come sempre nella crisi, a pagare il prezzo più alto, sono i più deboli e non solo, si vanno a colpire le tasche dei soliti noti, cioè coloro che da sempre pagano ed hanno pagato, minando di fatto lo stato sociale. Ci si riferisce in particolare con chi percepisce una pensione lorda di medio valore. La pensione che dovrebbe essere vissuta con serenità, non è più, per quello che viene detto e quello che non viene detto, una garanzia. Invece di accentrare l’attenzione su questi aspetti, è preoccupante che  la maggior parte dei mezzi di informazione la monopolizzi sul gossip, mediaticamente più appetibile. La paura e le incertezze sulla sicurezza più in generale, vengono prese a motivo per dirottare le risorse su particolari aspetti: aumento delle spese militari, assicurazione del consenso elettorale, magari celato dietro l’aumento della spesa per la cultura. L’augurio è che, di fronte a questo attacco al diritto del lavoro e alle pensioni, si faccia rapidamente una riflessione seria sul ruolo dei sindacati e si ritrovi la loro posizione unitaria.

 
Giocondo Talamonti,
Associazione "Enrico Berlinguer"

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