La crisi serve.....
La crisi è stata utilizzata per demolire i diritti dei lavoratori e dei pensionati. Con le modifiche apportate all’articolo 18, rendendo così più facili i licenziamenti, si è dato un colpo ai giovani e agli anziani. Come sempre nella crisi, a pagare il prezzo più alto, sono i più deboli e non solo, si vanno a colpire le tasche dei soliti noti, cioè coloro che da sempre pagano ed hanno pagato, minando di fatto lo stato sociale. Ci si riferisce in particolare con chi percepisce una pensione lorda di medio valore. La pensione che dovrebbe essere vissuta con serenità, non è più, per quello che viene detto e quello che non viene detto, una garanzia. Invece di accentrare l’attenzione su questi aspetti, è preoccupante che la maggior parte dei mezzi di informazione la monopolizzi sul gossip, mediaticamente più appetibile. La paura e le incertezze sulla sicurezza più in generale, vengono prese a motivo per dirottare le risorse su particolari aspetti: aumento delle spese militari, assicurazione del consenso elettorale, magari celato dietro l’aumento della spesa per la cultura. L’augurio è che, di fronte a questo attacco al diritto del lavoro e alle pensioni, si faccia rapidamente una riflessione seria sul ruolo dei sindacati e si ritrovi la loro posizione unitaria.
Giocondo Talamonti,
Associazione "Enrico Berlinguer"
Domenica
13/12/15
19:26
La crisi ha inciso significativamente (in negativo) sulla qualità della vita di tutti ed in particolar modo su quella dei soggetti economicamente più fragili/deboli, su questo non vi sono dubbi.
Questo arretramento delle condizioni medie di vita è auspicabile (ed opportuno) sia contrastato e probabilmente l'attuale Governo non è capace di farlo nella misura necessaria.
Tuttavia al di là delle (giuste) recriminazioni, cosa propone Talamonti di concreto?
A ben vedere niente se tutto viene ridotto ad una questione di capacità di azione delle associazioni di rappresentanza di alcune categorie di lavoratori; perché continuare a guardare al problema (serio) dell'impoverimento della società solo dal punto di vista dei diritti acquisiti (di alcuni) è del tutto inutile perché evita di fare i conti con la vera criticità che ci coinvolge come comunità (organizzata sotto forma di Stato Nazionale): lo squilibrio tra risorse disponibili (entrate al netto degli interessi passivi sul debito) e bisogni da soddisfare (spesa pubblica).
Maggiori garanzie di tutela per i lavoratori sono sicuramente auspicabili (anche se non è affatto detto, nel nuovo scenario globale, che le più efficaci siano ancora quelle recentemente modificate dal Governo, come l’ex art. 18 dello Statuto dei lavoratori), come sarebbero auspicabili assegni pensionistici più alti, ma chi potrebbe mai sostenere il loro (ulteriore) costo?
Talamonti (come alcuni partiti di sinistra) evitano accuratamente di dirlo ma la verità è che – nelle condizioni attuali date - a pagare questo eventuale ulteriore costo sarebbero chiamati i lavoratori stessi ed in particolare quelli che di tutele già allo stato attuale non ne godono gran che, come i precari, i lavoratori autonomi ed in generale quelli occupati nei settori terziari (oramai arrivai ad oltre 1/3 dell'intera forza lavoro), esattamente come è avvenuto negli ultimi 15 anni attraverso la concertazione Governo-Sindacati (come ha candidamente ammesso lo stesso Maurizio Landini in un’intervista rilascia al quotidiano Repubblica nel novembre del 2014).
Sarebbe dunque questo più giusto?
O si pensa che l’evasione fiscale sia solo una questione legislativa anziché socio-culturale e che dunque sia risolvibile dall’oggi al domani anziché richiedere tempo, molto tempo, per essere efficacemente contrastata.
Ciò che Talamonti e alcuni partiti di sinistra sembrano non comprendere è che ragionare ancora in termini di “classi” e “categorie sociali” nell’attuale società “atomizzata” è del tutto inadeguato e rischia di produrre più ingiustizie di quante si propone di rimediare e che se davvero si ha a cuore la sorte dei più fragili occorre trovare il coraggio di guardar a ciò che noi possiamo dare, più (e prima) di ciò che vorremmo rivendicare.
Mercoledì
16/12/15
11:40
Per nostri problemi al momento tecnici Giocondo Talamonti ci ha comunicato che non può intervenire in questo dibattito. Proprio oggi abbiamo comunque pubblicato nella sezione "editoriali" un suo ulteriore contributo a questo dibattito. Buona giornata a tutte e tutti. Marco Renzini.