La crisi sistemica generata dall’avidità dei banchieri e che ha causato l’aumento della pressione fiscale, l’aggravarsi della disoccupazione, soprattutto quella giovanile che è arrivata al 37%, l'ascesa dell’inflazione al 4,3% per la spesa, il record del debito pubblico a 2.014 miliardi di euro, con un aumento di 102 miliardi di euro nell’ultimo anno, addossando costi di 1.705 euro su ognuno dei 60 milioni di abitanti, la disperazione delle famiglie ma anche delle piccole e medie imprese che non riescono a trovare credito, è aggravata in Italia in modo particoalre per le scorribande finanziarie delle banche.

Queste infatti in assenza di adeguati controlli di Bankitalia utilizzano i 274 miliardi di euro di prestiti triennali Bce al tasso dell’1% per fare profitti, sia con l’acquisto dei titoli pubblici, che con manovre predatorie sui tassi.

 

Dal dicembre 2011, inizio dei prestiti triennali Bce, fino all’ottobre 2012, le banche italiane invece di favorire le richieste di credito delle famiglie in difficoltà e del mondo produttivo per attività imprenditoriali e contribuire così alla ripresa, hanno preferito utilizzare le aste LTRO di dicembre 2011 e febbraio 2012, per finalità parassitarie, aumentando gli acquisti dei titoli di Stato, passati da 209,639 miliardi di euro a 340 miliardi di euro, con un incremento del 62,2% ed un volume maggiore di oltre 130 miliardi, ossia il 48% dei prestiti ricevuti dalla Bce, con ricavi annui netti delle cedole staccate sui Btp, di 4,02 miliardi di euro (12,06 miliardi nel triennio), quale differenza tra quanto pagato alla BCE (1%) e quanto incassato dagli interessi sui titoli di Stato italiani (4,37% in media).

Inoltre, manovrando spread e tassi di interessi, hanno più che raddoppiato il differenziale sui mutui, che a novembre 2011 era pari a + 0,67% con tassi pari al 4,60% praticati in Italia, contro il 3,93% della media Ue, mentre nell’ottobre 2012, tale differenziale lievitava a + 139, con la media dei tassi fissati in Italia al 4,88% rispetto al 3,49% della media Ue, impongono un ulteriore “pizzo” di quasi 26.000 euro in più per un mutuo trentennale di 100.000 euro.
"Non si può consentire alle banche italiane di taglieggiare in maniera così smaccata i consumatori, le famiglie e le piccole e medie imprese travolte dalla crisi, addossando loro manovre così arbitrarie sui tassi ed un utilizzo così spregiudicato dei prestiti Bce, solo èper ripulire i bilanci e conseguire utili sulla pelle dell’intera economia e del Paese", hanno dichiarato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti-presidenti di Adusbef e Federconsumatori.

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