di Vito Nocera

Siamo già ai primi inciampi di un governo insediatosi in pompa magna.

E l'inciampo arriva proprio dalle "pompe" che scioperano pur facendo tradizionalmente parte del blocco sociale della destra.

Gia' questo ci dice qualcosa, ma dall'altra parte motivi e problemi per un conflitto non ve ne sono?

Chissa' forse il salario. Il solo diminuito in Europa e' quello italiano.

O le pensioni, in fondo in Francia fanno grandi lotte per i 64 anni, noi siamo a 67 in silenzio.

Magari le diseguaglianze: l'1% piu' ricco da noi detiene oltre il 40% della ricchezza complessiva. E il 20% piu' ricco possiede quasi il 70% della ricchezza nazionale. 
Di contro si provi a immaginare l'80% del Paese che deve spartirsi quel misero 30% restante.

E poi ci sarebbe la politica industriale.

Leggiamo che Whirlpool cede ai turchi quasi tutte le attivita' degli elettrodomestici.

Dopo via Argine avremo altre delocalizzazioni per gli stabilimenti italiani?

Del resto non abbiamo una politica per l'industria da tempo. 

Fino al 1991 c'era l'IRI. Principale gruppo industriale (370 mila dipendenti, piu' di 100mila nel Mezzogiorno).

Dal 92 in poi (oibo' ma non era scoppiata la rivoluzione con Davigo e Di Pietro?) Privatizzazioni a gogo', oltre all'IRI, Eni, Enel etc.

Oggi restano pur sempre importanti partecipazioni pubbliche (Enel, Eni, Fs, Leonardo, Fincantieri, etc.). 

Ma chi se ne occupa? 

Sopravvivono realta' per realta' senza una vera guida pubblica che ne indirizzi in maniera coerente le strategie.

Se guardiamo alla  politica estera e' lo stesso.

Una vicenda come quella di Sigonella sarebbe oggi impensabile.

Non solo il momento cruciale in cui si trovarono faccia a faccia sulla pista carabinieri italiani e soldati americani.

Ma tutto quello che porto' a quell'attimo sarebbe oggi impensabile, per statura dei personaggi e per la trappola di una guerra  cui siamo di fatto incastrati.

Eppure non solo piu' solo  l'Italia ma ormai l'Europa se non e' insieme atlantica, orientale e mediterranea, che Europa e'? 

Ma chi ha capacita' e forza, a sinistra, per prendere il toro per le corna e mettere a tema un progetto serio: 

Ruolo del lavoro al centro e nuovo welfare che facciano i conti con I mutamenti avvenuti.

Europa autonoma.

Una seria riforma -  riorganizzazione dell'amministrazione, vero problema istituzionale italiano (altro che taglio dei parlamentari e autonomia differenziata).
 
Lotta effettiva alle diseguaglianze sociali.

Non solo con il necessario sostegno ai redditi bassi ma investendo la struttura della organizzazione sociale e del mercato del lavoro.

E' lì l'origine della diseguaglianza (nuove tecnologie, iniquita' fiscale,  precarieta, nuovi lavori poveri che crescono, disoccupazione).

Ma ne' pd ne' 5s mi sembrano francamente all'altezza.

Entrambi oggi balbettano.

E su un problema  come quello della giustizia, ad esempio, (non solo l'uso  delle intercettazioni ma i tempi biblici dei processi, la condizione delle carceri etc.) invece di dare un contributo serio e di buon senso, si intruppano dietro i vecchi e stucchevoli  contrapposti oltranzismi alla  Berlusconi - Travaglio.

Peraltro ne' gli uni ne' gli altri danno attenzione  ai giovani attivisti di base  e ai tanti intellettuali e giuristi che stanno manifestando per l'anarchico Cospito, per il quale 41 bis e ergastolo ostativo sembrano davvero una vendetta inaccettabile che stravolge il concetto costituzionale della pena come rieducazione.

Quasi si trattasse di un boss mafioso che dal carcere puo' pilotare chissa' quali crimini   fuori.

Insomma in questo inizio d'anno c'e' poco da stare allegri.

 Ma non per questo perdiamo fiducia e speranza.

Andiamo avanti nella  ricerca dei soggetti e dei conflitti sociali contemporanei e della loro possibilita' - a un certo punto -  di rovesciare la storia.

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