Questa è un'idea semplice e si basa su un concetto altrettanto semplice, sempre lo stesso: reperire il finanziamento dal risparmio.

La gran parte degli edifici in Italia risale agli anni del dopo secondo conflitto mondiale; tra questi una bella fetta la detiene l'edilizia degli anni settanta-ottanta-novanta. La scarsa sensibilità al tema ambientale del tempo, legata al pernicioso concetto di inesauribilità delle stesse risorse ambientali, ha condotto alla costruzione di fabbricati non adatti a contenere quanto prodotto per scaldarsi e per raffrescarsi. La spinta emotiva causata dall'enorme sviluppo tecnologico ci ha illuso sulle infinite capacità dell'uomo, facendoci ritenere che tutto fosse risolvibile, che l'intelligenza umana potesse trasformare ciò che la natura ha da sempre dichiarato finito.

Le norme azzeccate lasciano il segno più di quelle sbagliate. Gli interventi in stile apple o ikea, il cui manuale non supera la pagina, sono quelli a cui ci si deve riferire.

 

Un passo per ricostruire

In un epoca di ridimensionamento ecco l'idea: predisponiamo un piano per dotare questi edifici di un sistema a cappotto. Lo Stato, o società appoggiate finanziariamente, conducono direttamente gli interventi, magari attraverso un'agenzia; questa incassa le bollette del riscaldamento che attualmente i cittadini pagano, per un numero di anni calcolato in base al recupero dell'investimento. Praticamente è l'Agenzia che liquida le spese di riscaldamento, che saranno nettamente minori dopo gli interventi, con la differenza ci copre i piccoli finanziamenti predisposti per gli interventi, nel numero di anni necessario.

Queste sono le conseguenze di un'idea semplice semplice: qualificazione degli edifici e incremento del loro valore, creazione di lavoro, benessere ambientale. 

 

Paolo Felici

www.ediliziario.it

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