Buona elezione a tutti

di Leonardo Caponi
PERUGIA - Lo sanno anche i sassi che, da 45 anni a questa parte dopo la nascita della Regione, il più grande problema dell’Umbria è stata l’instabilità politica. In questo lasso di tempo si sono succedute, benché dello stesso “colore”, ben 11 Giunte regionali, due in più delle tornate elettorali. I Presidenti sono stati nel numero considerevole di 8 e solo due di loro hanno potuto governare rispettivamente 12 e 10 anni. Ma questa è solo una parte del problema; perché questi frequenti avvicendamenti hanno prodotto una scarsa uniformità negli indirizzi e nei metodi di governo degli enti di emanazione o competenza regionale e impedito, negli ultimi venti anni, nei territori ed in settori cruciali come ad esempio quello della sanità, il necessario consolidarsi di sistemi di potere radicati ed omogenei, necessari a garantire il dinamismo verso il futuro e lo sviluppo pieno ed equilibrato della comunità amministrata.
E’ senza dubbio quindi da lodare il proposito dei legislatori regionali di assicurare in vista della imminente consultazione, attraverso una nuova legge elettorale, la piena stabilità. Un premio di maggioranza senza limiti di percentuale da conseguire nel voto reale, era quello che ci voleva e così è stato, giustamente, fatto. Del resto, c’è o no una dominante corrente politico filosofica nell’Occidente, secondo la quale le moderne società complesse debbono essere governate non più dalla democrazia di massa ma da quella delle elites?; cioè che, finita l’epoca delle alternative politiche e instaurato un “pensiero” unico, è fisiologico, anzi auspicabile, un calo dei partecipanti al voto, per affidare le redini del governo a leader solitari o ristrette tecnocrazie, interpreti autorizzati di quel pensiero?
Se in Umbria si presentassero 10 partiti , otto dei quali prendessero il 10% dei voti, uno il 9 e uno l’11, quest’ultimo potrebbe contare sul 65% dei seggi nel Consiglio regionale; questa, purtroppo, pare solo un’ipotesi di scuola, ma è valida come principio e rende del tutto possibile, per fortuna, che un partito o una coalizione che conseguano un risultato oscillante tra il 30 e il 40% dei voti si assicurino in Consiglio quella maggioranza di cui sopra. L’Umbria si avvicina all’America, che è il modello al quale ovunque ormai si guarda, il cui Presidente, l’uomo più potente del mondo nelle cui mani sta anche il destino di tutti noi, è eletto col voto del 23/24% degli elettori statunitensi.
C’era poi anche in Umbria un ulteriore problema: I costi della politica. A questo si poteva rispondere in due modi: diminuendo il numero dei Consiglieri regionali o il loro “stipendio”. Anche in questo caso ha prevalso la scelta più saggia. E’ stato diminuito il loro numero. L’Umbria ha circa 800mila abitanti e 650mila elettori. Effettivamente mantenere un Consiglio di 30 membri, cioè un rappresentante ogni circa 27mila abitanti sarebbe stato uno spreco ingiustificato e sproporzionato rispetto alle esigenze. L’Umbria è una regione compatta, con pochi Comuni, priva di particolarità, storie locali e articolazioni territoriali degne di essere rappresentate, non esistono aree più marginali di altre i cui problemi corrano il rischio di scomparire dall’agenda politica regionale.
Ai redattori della nuova legge elettorale si è presentato infine il problema della frammentazione politica. E’ l’unico punto nel quale ci si può forse lamentare di una insufficiente determinazione. Una soglia di “sbarramento” per l’accesso al Consiglio regionale limitata, come è stato fatto, ad appena il 2,5% dei voti potrebbe infatti apparire inadeguata. C’è però da considerare che lo sbarramento reale, quello che conta, sarà per così dire automatico, costituito dalla riduzione del numero dei consiglieri che costringerà un partito che volesse presentarsi solitario in opposizione alla logica bipolare, a prendere almeno l’8% dei voti. Se prende il 7,9 è fregato. Ed è una cosa sacrosanta, perché effettivamente il voto di appena 50mila elettori è un po’ pochino per ambire ad essere rappresentato nella massima assemblea legislativa regionale.
Insomma al tirar delle somme c’è da essere soddisfatti della nuova legge elettorale. Finalmente anche l’Umbria avanza irrevocabilmente verso la modernità.
Buona elezione a tutti.

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