Fausto Bertinotti, storico leader della sinistra d'alternativa, commenta le elezioni in Umbria. "C'è un aspetto decisivo che è il crollo in un quarto di secolo di un intero sistemo socioeconomico e politico-afferma-. L'Umbria aveva a Terni l'acciaieria, a Perugia la Perugina occupava 4 mila lavoratori, oggi questi 4 mila sono ridotti a 600. La crisi ha investito la Regione in maniera potente. Quel tessuto che favoriva il processo di emancipazione, con le lotte e la presenza dei partiti e dei sindacati, si è infranto. Il Partito comunista, quello socuialista e i sindacati erano un presidio sociale che aveva raccolto anche un'identità cattolica, oserei dire francescana". "I sindaci e i governatori in Umbria - continua Bertinotti - erano donne e uomini del popolo, avevano esperienza, e un forte rapporto con la gente, erano la rappresentazione sul piano amministrativo di quella storia. Poi c'è stata una mutazione genetica dei partiti che sono diventati dei ceti amministrativi, che quando governano per mezzo secolo senza alternative si logorano. Il popolo - aggiunge - è stato abbandonato e ha cambiato strada. Salvini intercetta il consenso intanto per il crollo dell'altro, il M5S. E lo scandalo sanità ha influito come segnalatore d'incendio, è diventato la riprova che quel mondo che vedeva le sinistre vincenti non c'era più".

(Fonte:La Nazione)

Condividi