Bersani ha perso la campagna elettorale:non credo che Renzi avrebbe fatto meglio

di Renato Casaioli
Bersani ha perso la campagna elettorale: non credo che Renzi avrebbe fatto meglio. E poi le primarie del Centrosinistra hanno parlato chiaro. Lo sciacallaggio che invece Renzi sta facendo ora, quando ancora tutta la trattativa per formare il nuovo governo è in atto, come elettore del Centrosinistra risulta particolarmente sgradevole. E poi quel suo gridare no al finanziamento pubblico dei partiti, non è forse un rincorrere dietro al grillismo. Il motivo di questa debacle elettorale, io credo debba essere ricercato nella confusione che da anni avvolge il PD. Agli occhi dei cittadini non è ne carne ne pesce. Se il PD va al governo, quale modello economico persegue, quello liberista o quello socialdemocratico?
Se Bersani avesse fatto una campagna elettorale tutta incentrata sulle problematiche che affliggono la società italiana, l’Europa, sulla globalizzazione che va tramutata in cooperazione, ecc. ecc., non sarebbe finita così. Invece rassicurato dai sondaggi (vere e proprie patacche, alle quali non credono più da anni nemmeno le aziende), e confuso da quella leggenda metropolitana che racconta del “voto moderato”, tutti i giorni ci deliziava con il fatto che dopo le elezioni avrebbe rimesso in giuoco una “risorsa” come Monti. La prova inoppugnabile di quanto egli vivesse sulla luna. Non si era accorto dei danni devastanti che quel governo aveva prodotto nel corpo sociale del Paese. Se avesse impegnato il suo tempo per parlare in modo chiaro e determinato, sui problemi come la vergognosa riforma sulle pensioni.
Riforma da riscrivere tutta, a partire dalla cancellazione delle pensioni milionarie, delle triple pensioni di ex consiglieri regionali, poi ex parlamentari, poi ancora ex ministri. Badi a quella dell’ex ministro Diliberto, o a quella di Amato. Altro che stravolgere quelle di chi ha sudato una vita, o addirittura annientare quelle future, perché questo sarà il risultato delle riforma Fornero. Altro tema scottante, le banche. Quale l’indirizzo da dare a questi istituti da parte di un governo di centrosinistra? Non l’ha spiegato. Così per la lotta all’evasione fiscale. Ha saputo solamente dare l’idea che avrebbe messo su uno stato di polizia fiscale (“anche la tazzina del caffè tracciabile”), offrendo il fianco alla propaganda di Berlusconi.
Bastava che dicesse che le fatture vanno scaricate, come accade in tutti i Paesi occidentali, come ha raccontato Ballarò in una recente opuntata, avrebbe ricevuto il plauso di tutti. Per non parlare poi dei privilegi delle tante Caste, che appestano e dilapidano il Paese. Su questo versante è stato davvero assai blando, così da permettere a un inquietante personaggio come Grillo e al suo tenebroso braccio destro Casaleggio, di raccogliere consensi a piene mani. In Svizzera hanno fatto un referendum in merito ai super bonus dei manager, e i cittadini hanno parlato chiaro. Il M5s, appare sempre più come una setta religiosa, i cui adepti sono schiavizzati, inebetiti. Basti riflettere che Grillo ha urlato per anni in tutte le piazze, sulla democrazia tradita. Bene oggi non vuole fare il referendum per verificare quanti sono d’accordo con la sua strategia dello sfascio istituzionale.
Non è suo il motto: “Uno vale uno”, in contrapposizione di una partitocrazia che li aveva espropriati di questo diritto? “Le masse sono mature”, va ripetendo il saltimbanco barbuto. E allora perché tanta paura? Lasciamole scegliere! Singolare invece che vorrebbe indire quello sulla permanenza dell’Italia nell’Euro. Anche Grillo messo innanzi al libero mandato parlamentare (art 67 della Costituzione), scopre il fascino delle leggi a personam, in questo caso della Costituzione a personam, chiedendo appunto la revisione del dettato costituzionale. Innanzi a tanta demagogia che da anni Grillo diffonde, partendo senza dubbio da problemi veri e sentiti dai cittadini e dalle imprese, il compito di Bersani era di dare l’idea che una linea strategica di netta discontinuità, con quanto visto e praticato fino ad ora, era possibile. Non lo ha fatto. Io ritengo che stia tutta qui la sconfitta del PD e del Centrosinistra. L’ex ministro Barca, non certo Renzi, se fallisse Bersani, credo possa fare la differenza.

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