Di Ciuenlai - 5 stelle fine di un esperimento  malriuscito, a volte pericoloso e a volte interessante? Ormai, salvo qualche roccaforte che resiste come la Basilicata, siamo a percentuali da “partitello” in tutta Italia.  Male da soli, ma non va meglio in compagnia. Si sono uniti al Pd in Liguria e alle suppletive del Collegio Senatoriale n.3 della Sardegna. Risultato due sconfitte con una “caterva” di voti lasciati per strada.

Non è difficile immaginare le ragioni di questo repentino crollo. Si chiamano alleanze. Il Movimento era nato come strumento alternativo “al sistema”, aveva elaborato uno sgangherato e contraddittorio progetto di società alternativa che faceva perno su un certo tipo di ambientalismo, sulla moralità della sua classe dirigente , con spunti che ricordavano la sinistra, con qualcosa che invece proveniva da destra. Il suo successo era dovuto a questo.

Gli elettori, soprattutto quelli delusi dalla sinistra, vi avevano individuato un qualcosa che li riportava alle vecchie battaglie “anticapitaliste” e contro le storture di questa società. La scelta aveva pagato portando i 5 stelle a governare città fondamentali come Roma e Torino e a crescere esponenzialmente fino a diventare il primo partito , con un terzo dell’elettorato, alle ultime politiche.

Poi l’errore blu che in due anni gli ha portato via, secondo le ultime stime, 8 milioni di elettori. La scelta di formare con la Lega prima e con il Pd poi una compagine di Governo, che  ha costretto i 5 stelle a maneggiare quella pratica che i suoi sostenitori aberravano : il compromesso.  Muovendosi su un terreno sconosciuto e avversato dalla proprie truppe, il risultato è stato la crescita esponenziale del Salvinismo prima e il salvataggio del Pd dopo. In pratica un assist a quelli che, prima, venivano identificati come i due principali nemici.

Eppure la linea da seguire era semplice. Vinte le elezioni avrebbero dovuto chiedere la possibilità di andare davanti alle camere con un Governo di minoranza, invitando gli altri soggetti politici a dialogare sulla realizzazione dei punti del loro programma e lasciando a loro l’incombenza di formare un Governo “tecnico” di “unità nazionale” sostenuto da tutti gli altri, lasciando ai grillini una prateria da pasturare o  bocciare l’esecutivo e tornare a nuove elezioni, che avrebbero avuto come tema il sistema contro il M5s . Sarei stato curioso di vedere come sarebbe andata a finire! Chi li abbia consigliati e i perché di questa incomprensibile svolta è difficile solo immaginarlo, figuriamoci spiegarlo. 

Ma qualcosa deve essere successo perché il sistema sia riuscito a fagocitare prima e a distruggere poi anche loro. Forse la spiegazione è molto più semplice di quel che si crede e sta nei limiti di una classe dirigente più adatta a dirigere una assemblea di condominio che quella  complessità  chiamata politica. Adesso è tardi per tutto. Un ritorno indietro non sarebbe credibile e un’alleanza strategica con le coalizioni del Pd sarebbe letale. Il rischio di implosione è altissimo e c’è già chi ha innescato le bombe. In ogni caso il botto sarà piccolo e la fumata appena visibile.

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