Sanità in Umbria: dieci anni sì, dieci anni no, dieci anni forse
di Luigi Bori, coordinatore regionale Sel Umbria -
PERUGIA - Quanta ipocrisia e quanto pressappochismo nel pasticcio accaduto nell’aula di Palazzo Cesaroni sulla legge per le nomine di primari e direttori di Asl!
Una maggioranza evaporata sotto l’astensionismo di IDV e PRC. Un PD che, almeno in parte, vota contro se stesso.
Una legge inutile e contorta. Contorta al punto che molti dei presenti in aula si sono posti dubbi sull’interpretazione del testo che avevano appena votato.
In Umbria c’era una vecchia legge che poneva il limite del mandato dei direttori generali a dieci anni. Dopo un po' ce ne fu un’altra (salva-qualcuno) che consentì le eccezioni. Poi la recente proposta di iniziativa della Giunta Regionale (salva-tutti), che toglieva qualsiasi limite di mandato. Infine la legge approvata l'11 u.s., che conferma il limite e (forse) lo rende retroattivo. Legge nata sulla scia della “sanitopoli” folignate, che dagli effetti della legge stessa non viene neanche sfiorata! Legge che, comunque, non esclude l'ipotesi di nominare commissari di se stessi direttori generali di lungo corso...
Un pasticcio nato in Giunta, cresciuto in Commissione Consiliare e morto in aula.
Ma che cosa di questa legge e del suo incredibile iter importa ai cittadini dell’Umbria, ai lavoratori della sanità (precari inclusi), ai pazienti ricoverati in ospedali belli, nuovi ed inefficienti? Assolutamente nulla.
Perché, nonostante le ipocrite dichiarazioni di quasi tutti i partiti (ridurre l’influenza della politica, premiare il merito invece che l’appartenenza, prevenire i coni d'ombra e così via), questa legge non cambia nulla: i direttori, quelli di ieri e quelli “nuovi”, verranno comunque nominati dai partiti in barba al merito e alla competenza, i primari lo stesso.
Chi vivrà vedrà.
La si smetta dunque di far finta e si faccia l’unica vera riforma di cui l’Umbria ha davvero urgente bisogno: una riforma che non richiede né leggi né atti amministrativi, quella che prevede che la politica torni ad essere tale, torni ad occuparsi dell’interesse generale, sappia guardare ben oltre il naso dei suoi rappresentanti.
Mercoledì
13/07/11
13:20
A parte il fatto che quando si chiede di fare "l'unica vera riforma di cui l'Umbria ha davvero urgente bisogno" si dovrebbe anche dire nel dettaglio in cosa consisterebbe, visto che dire che la politica deve tornare ad essere tale non significa nulla in concreto, segnalo a Bori che il fatto che i direttori continueranno ad essere nominati dal Presidente della Giunta regionale dipende dalla normativa nazionale, che non può essere sconfessata da una legge regionale.
La legge appena approvata dal Consiglio regionale prova a porre dei correttivi per limitare la totale discrezionalità degli interessi politici e per qualche aspetto riesce a migliorare la situazione. Certo non la risolve del tutto, ma non poteva essere altrimenti. Si dovrebbe prima cambiare la norma nazionale.
Mercoledì
13/07/11
15:12
Ma Luigi Bori non è stato forse segretario provinciale della Funzione Pubblica nel periodo in cui si consumavano tutti gli episodi più gravi di corruttela e via discorrendo in Umbria (sanitopoli in regione, appaltopoli in provincia, tanto per citare un paio di esempi)??? Attenzione: dico segretario della funzione pubblica, mica pizza e fichi... e pare non si sia accorto di nulla... era distratto... eppure ora che è senza poltrona il coordinatore di SEL è diventato tanto tanto attento e tuona particolarmente contro rifondazione...che faccenda bizzarra!!!!
Continuo a sostenere che la mancanza di vergogna è la malattia di questo inizio di millennio...
Mercoledì
13/07/11
19:02
Adesso ci si accorge che solo i cortigiani fanno carriera da quelle parti. Se non sbaglio diversi sono stati i segretari generali che sono diventati consiglieri regionali o assessori esterni quando non hanno preso i voti! Questa regola ha avuto anche qualche eccezione ultimamente alle elezioni regionali del 2010. Forse era troppo bravo per occupare quelle poltrone riservate ai cortigiani, o forse dobbiamo aspettare qualche mesetto per vedere come va a finire la tornata delle nomine negli enti regionali a partire dalla poltrona dell'ambita Sviluppumbria e GEPAFIN dove sembra vogliano restare fino all'ultimo respiro gli attuali occupanti.
Mercoledì
13/07/11
15:27
molto più seriamente, divulgo la seguente nota di Carlo Romagnoli, che trovo assolutamente condivisibile (e da leggere - a mio avviso - con particolare riferimento al comportamento dell'IDV e dei vari rivoluzionari della trasparenza Dottorini e compagnia bella...associazioni dei consumatori allineate incluse), con richiesta di pubblicazione
<> di Carlo Romagnoli - ACU Sanità
Chi fa di “merito, trasparenza e partecipazione ” argomenti di battaglia politica, dovrebbe considerare che:
- rispetto ad un concorso in cui vince ( con tutte le distorsioni che conosciamo bene) il più bravo, la selezione all’interno di una terna di nomi, premia il più compatibile con le forze partitiche che detengono il potere, dando così forza di legge al clientelismo ed all’uso privato del pubblico nel Servizio sanitario regionale;
- rispetto alla trasparenza, il testo approvato non era noto nella stesura che andava in consiglio fino a poche ore prima della presentazione in aula;
- la partecipazione tenuta in consiglio regionale il 12 gennaio ha avuto per oggetto un disegno di legge diverso, poi ritirato (!?) dai proponenti;
Sono quindi prive di base materiale tutte le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalle forze partitiche che hanno approvato l’atto e tese a valorizzarne l’effetto in termini di trasparenza, merito e altre belle parole.
La dura sostanza è che:
1) si tratta di un atto che consolida l’assetto clientelare nella sanità e da una base normativa all’uso privato del pubblico;
2) i professionisti che mirano (del tutto legittimante) a divenire dirigenti di struttura complessa o direttori generali con questa norma hanno ora chiaro che a fare la differenza non sarà la competenza clinica o amministrativa, ma le affiliazioni ad alcuni partiti, che diventano un elemento obbligatorio del loro curriculum sostanziale;
3) l’effetto sulla qualità del servizio sanitario sarà certamente negativo perché solo in rari casi sarà premiata la competenza;
4) professionisti nominati dirigenti di struttura complessa o direttori generali con tali procedure clientelari faranno della compiacenza nei confronti delle forze politiche cui sono affiliati un obbligo;
5) la minore competenza da parte dei dirigenti di struttura complessa, nel caso di mansioni cliniche, può recare grave danno alla salute di singoli cittadini che si affidano alle cure del servizio sanitario;
6) la compiacenza nei confronti dei partiti da parte dei dirigenti di struttura complessa che si occupano di sanità pubblica può recare grave danno alla salute di intere popolazioni, facendo venire meno quella indipendenza di giudizio che occorre in caso di grandi scelte che creano esposizione a fattori di rischio (inceneritore, urbanistica, mappatura rifiuti industriali, ecc);
7) su un piano più generale abbiamo l’ennesimo eccellente esempio di sostituzione dei fini: forze politiche che formalmente sono nate per promuovere la partecipazione, la valorizzazione delle competenze ed i beni comuni, adottano dispositivi che, garantendo posti per i propri affiliati, da un lato rafforzano la propria organizzazione, ma lo fanno mettendo in pratica finalità del tutto diverse o addirittura inverse da quelle per cui hanno chiesto ai cittadini di essere votati.
8) Infine, ma non meno importante, questa norma rafforza l’autovalutazione all’interno del sistema, senza introdurre alcun elemento di valutazione in regime di terzietà.
Carlo Romagnoli,
ACU Sanità
Mercoledì
13/07/11
19:33
Analisi perfetta quella di Romagnoli però non ha assolutamente centrato il vero problema. L'introduzione del limite di età fissato a 65 anni serve soltanto per dare un alibi a questi nostri politicanti che hanno abbondato in promesse e che ora non sanno più come venirne fuori. Oggi potranno rispondere è la legge e contro l'anagrafe non ci si può fare nulla.
Si presume che con questa soluzione abbiano fatto anche un bel favore all'opposizione che ha gridato ai quattro venti di aver vinto. Ma si può sapere che cosa avrebbero vinto visto che i Direttori li nomina sempre la Giunta regionale?
Contenti loro, contenti tutti. Penso proprio che l'esultazione dei berlusconiani per l'approvazione della legge derivasse dal fatto che non hanno più il problema di sistemare "il magnifico", mai sazio, prossimo al pensionamento.
Mercoledì
13/07/11
20:59
Ottima analisi di Romagnoli.
Quanto a SEL, non capisco cosa ci sia da polemizzare.
La proposta sulla sanità è sempre stata orientata alla lotta agli sprechi; in primo luogo SEL ha sempre chiesto un' unica ASL.
Tutti i documenti si trovano in www.selumbria.org.
Quanto alle affermazioni su Gigi Bori, mi sembrano attacchi penosi di chi non concepisce che si possa fare politica senza ambire a nulla di personale.
Vinti è segretario regionale da tempo immemorabile, è stato consigliere ed ora anche assessore, Ferrero è stato ministro, ed io penso che abbiano ancora il diritto di far politica e dire la loro...ma come vedi pizza e fichi è argomento deboluccio.
La mancanza di onestà intellettuale inibisce anche la vergogna.
Mercoledì
13/07/11
23:58
Caro signor "I" , purtroppo ho dimenticato di menzionare il senso del ridicolo accanto a quello della vergogna. Rimedio subito. Trovo piuttosto ridicole le sue affermazioni. Se Bori fa la candida colomba e pure Catone il Censore per ottenere uno strapuntino, ecco... insomma...non mi pare una posizione da difendere, o no?
Non so chi lei sia ma effettivamente fa bene a nascondersi dietro uno pseudonimo... anche io girerei mascherata se dovessi sostenere certe scempiaggini...
Dopodiché - per esplicitare il ragionamento, dato che forse non sono stata chiara, mi pare che nelle varie nomine , progressioni di carriera nel pubblico impiego etc etc qualcosa contasse Gigi Bori ai tempi di "corruttopoli" (uso questa espressione per brevità...) . Mi chiedo e le chiedo: all'epoca perché non ha parlato mai?
Quanto a Vinti, si tratta di un fatto interno al partito, discusso e deciso democraticamente nelle sedi a ciò deputate.
Cordiali saluti.
Paola Bianchi
Giovedì
14/07/11
09:33
Ridurre l’influenza della politica, premiare il merito invece che l’appartenenza, prevenire i coni d'ombra e così via?
Una riforma che non richiede né leggi né atti amministrativi, quella che prevede che la politica torni ad essere tale, torni ad occuparsi dell’interesse generale, sappia guardare ben oltre il naso dei suoi rappresentanti?.
Condivido. Anche se le affermazioni sembrano velleitarie e aprono il vero problema: Come fare? Visto che i soggetti politici che dovrebbero decidere questo cambio di rotta sono gli stessi che vivono grazie a questa mentalità diffusa.
Come inculcare nei giovani il rispetto per le opinion altrui? Come abituarli al confronto sulle cose senza pregiudizi o derisioni, che denotano il livello culturale degli interlocutori? Non è facile.
È la crescita complessiva della nostra società che si impone. La scuola purtroppo ha già delegato da tempo a questo compito. Tutti vengono promossi. Una raccomadazione risolve molti problemi. In queste condizioni il merito è irrimediabilmente minato alla base.
Bisognerebbe ricostruire valori persi e da molti considerati demodé.
Noi dicevamo :” la fantasia al potere”. Ora i giovani dicono : Life is now! Poco gli importa del dopo e degli altri.
Chi quindi dovrebbe ricostruire i valori di questo malandato paese? I vecchi? … perché no! Molti vecchi sono colti, tutti quelli che consoco sono saggi.
Bisogna ricostruire i valori del 68 riscoprendoli e riaffermandoli, dopo averli depurati da quella patina ideologica che si è rivelata errata, anzi nefasta.
La politica richiede politici. I politici veri pensano in grande e guardano lontano. La crisi ideologica del nostro paese e della nostra regione è dovuta proprio alla mancanza di personalità colte e sagge. Quelle poche che ci sono vanno emarginate in quanto pericolosi concorrenti e scomodi provocatori perché fanno leva sulla coscienza alla quale non si può mentire.
Così pensano i nostri politici che troppo spesso pensano per se e guardano vicino.
Del resto come non essere attratti dal facile successo. L’auto blu, lo stipendio, il vitalizio. È facile facile, una tessera di partito, la presenza alle assemblee, vita di sezione, un buona parlantina, amici e connivenze vengono da se. Vuoi mettere con la fatica di diventare dirigente in una impresa privata dove ti "pesano" e non ti pagano se non vali il prezzo?
Un incarico al compagno non si nega mai, poi col tempo anche la assunzione del figlio, o l’aiuto per diventare primario e così via; col tempo tutto sembra normale e non ci si accorge neppure che si sta costruendo una società ingiusta.
Il politico oggi è in cerca di favori da elargire in funzione del proprio tornaconto elettorale non in funzione di valori di giustizia condivisi.
Al politico "medio" non interessa più il bene comune che viene subordinato al proprio.
Rinunciare ai vantaggi riservati ai politici per mantenere la propria autonomia di giudizio oggi è poco politico e non conviene. Bisogna ammetterlo.
Speriamo che mi sbagli.
G.c.
Venerdì
15/07/11
01:13
Graduatorie a rinnovo annuale per le abilitazioni, aperte con bandi a evidenza europea e gestite da commissioni di valutazione internazionali, alle quali attingere per assumere i professionisti più preparati nelle posizioni apicali dei settori strategici di interesse economico collettivo.