I sogni allungano la vita più di una telefonata, come raccontava una pubblicità.
Sognare non costa nulla. Sono sogni, spesso restano tali, spesso deludono e lasciano con l'amaro in bocca. Ma occorre saper vedere quelli che sono sogni e quelle che sono e restano utopie.
In questi giorni gira tra le pagine on line di social e notizie un sogno che riguarda la vecchia Ferrovia Centrale Umbra, che la si vorrebbe trasformare in un vettore ad idrogeno.
"Iberdrola, uno dei leader mondiali dell’energia rinnovabile, ha siglato un protocollo d’intesa con Aecom, società 'Fortune 500' leader mondiale nel settore delle infrastrutture; Ancitel Energia e Ambiente, società specializzata nello sviluppo sostenibile dei territori e Cinque International, società attiva nell’implementazioni di soluzioni legate all’utilizzo di idrogeno verde, per lo sviluppo del progetto di riconversione a idrogeno verde della dorsale ferroviaria appenninica che collega Sansepolcro con la città abruzzese di Sulmona."
Sta bene, grandissimo progetto, ma mancano altri soggetti necessari: Le Regioni Umbria e Toscana, Busitalia e Rete Ferroviaria Italiana. E' stato presentato a loro qualcosa? Una proposta? E dove sarebbero utilizzati i vettori a idrogeno se tutta la linea ferroviaria è elettrificata? Da San Sepolcro a Sulmona con un'utenza di bassissima frequenza; un mare di soldi da spendere per treni che nella tratta umbra vanno ancora a passo di lumaca, per i problemi di materiale rotabile e in quella reatina e abruzzese idem.
Sono 300 km di ferrovia, si legge nell'articolo diffuso da una testata on line (l'articolo è la ribevuta perfetta di quello uscito senza molta gloria a gennaio di questo anno, sempre sulla stessa testata), con un chilometraggio scarsamente elettrificato e servito da locomotive diesel oramai destinate al disuso.
“Il progetto di ferrovia a idrogeno Sansepolcro–Sulmona ha già superato diversi step: nel 2019 è stato presentato al Tavolo Idrogeno del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE); nel 2020, a seguito di uno studio di prefattibilità coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è stato avviato un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del gruppo Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana. Nel dicembre scorso è iniziato il processo di raccolta delle adesioni delle comunità locali, finalizzato a rimuovere eventuali ostacoli burocratici e amministrativi. Infine, nel luglio scorso, il progetto ha superato la fase di preselezione da parte della Commissione Europea nell’ambito della European Clean Hydrogen Alliance.”  Questo si legge sempre nell'articolo. Manca un piccolo dato: il costo dell'operazione, chi la supporterà, chi la gestirà, di chi saranno i treni e quanto costeranno.
Non voglio fare il bastian contrario, non voglio nemmeno dimostrare saccenza, mi limito solamente a riportare tutti con i piedi per terra, andando a spolverare un vecchio progetto che riguardava sempre la vecchia e cara FCU: lo sfondamento da San Sepolcro fino ad Arezzo, un progettino che è stato accarezzato per anni e anni, con la partecipazione anche di quattro o cinque politici di peso dell'Umbria che si dichiaravano pronti a dare una mano, per mettersi in mostra, sia chiaro.
Sono 32 chilometri di percorso, rigorosamente a doppio binario, opera che sfida l'alta velocità, costo previsto negli anni 2007/2008 appena 550 milioni di euro. E che volete che sia mezzo miliardo di euro, con tutto il mare di miliardi che arrivano oggi, quasi quasi si rispolvera tutto e ci si mette di buzzo buono, di traforo, poggio e buca e allunghiamo la linea da Arezzo a Sulmona.
C'è sempre però il problema che ancora una volta è un tratto elettrificato, e il vettore sarebbe a idrogeno ma... pazienza, tutto si può fare, volendo.
Sapete come è finito il grande progetto da mezzo miliardo di euro per 32 km? Morto e sepolto con 103 mila euro spesi per il progetto, ovviamente pagato da Provincia e Comune di Arezzo e Camera di Commercio. Un'abbuffata che ha ingrassato, come sempre succede, chi ha progettato e non certo chi ha sperato che si trasformasse l'Alto Tevere.
Non vorrei che finisse allo stesso modo anche con i trenini a idrogeno, ma io sono un malpensante e gioco e scherzo e sono poco serio. Verissimo! Però in tanti anni, alla fine, ho sempre avuto ragione anche su coloro che dicono: è bravino, ma poco serio.

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