E così il concerto di Sangiovanni, senza infamia e senza lode, ha salutato il pubblico dei 500 paganti, si è portato a casa 45 mila euro per un'ora e mezzo di canzoni, cantate con la base, niente orchestra, niente effetti speciali. Solo le grida di approvazione dei ragazzini e ragazzine ternane che stravedono per il bello della musica nuova, uscito come un proiettile dalla canna di fucile della scuderia di Amici di aria de Filippi.
Finito il concerto, finite le polemiche, dimenticato tutto: il comune paga 45 mila euro, i soldi della tassa di scopo, provento dei soggiorni e visita alla Cascata delle Marmore, il giovane talento torna a casa soddisfatto, il pubblico pure, i ternani dimenticano in fretta e i santi fanno pace con la città dell'amore. Già perchè a Terni ogni volta che si parla di santi sono disgrazie: San Valentino e lo scandaletto, vecchio, delle manifestazioni valentiniane, lo spostamento del santo da chiesa a chiesa, Sangiovanni che mette zizzania. Al Circolo Lu Ponte, gestito da un gruppo di anziani, sperano che non si faccia vivo San Pietro o che non si prendano impegni con San Giuseppe. 
I santi a Terni, dicono Manunzio e Rizziero, non fanno per noi. "Penza tu- mi dice Rizziero - se a prendere la Ternana fosse stato Santopadre, lu Presidente del Peruggia, sendi tu li tifosi delle Fere che mar de panza, tutti li santi giorni... pardon niente santi, ogni giorno!-
In effetti Rizziero ha ragione, i ternani che hanno sangue celtico, più che etrusco, e non hanno mai avuto molto feeling con la religione e i suoi annessi. Preferiscono il Cantamaggio a quella tradizione popolare più che la devozione religiosa del mese Mariano.
E di Sangiovanni che ne pensano? 
"Ma che te dico, certo che 45 mila euri pe' fa cantà lu bardascio- dice Manunzio - me sembrano troppi parecchio. Io me ricordo la Festa dell'Unità alla Passeggiata, con Morandi, Ranieri, quello co la barba del Mutuo Soccorso, ma sti prezzi mai sentiti. Però è anche vero che ad avecceli li sordi, ognuno li spende a modo sua. Me dispiace che il modo è lu sua ma li sordi erano anche li mia..."
Voci popolari di vecchi ternani mentre giocano a Tresette, tra un asso terzo e un due secondo.
Però almeno che il Comune avesse preteso di essere inserito come data nei link ufficiali del Sangiovanni Tour, perchè il bello è che nemmeno viene citato il concerto dell'Anfiteatro di terni, zero carbonella, non esiste, non menzionato e non pervenuto. Ecco questo è grave, che almeno ai fini turistici, quel nome, Terni, che ricorda la cascata delle Marmore, fosse almeno menzionato nella lista delle cità che hanno buttavo via 45 mila euro per "lu bardascio" di Amici. 
Io mi lagnerei più di questo: aver pagato e non essere nemmeno nella lista, nemmeno a ricordare che in questa Italia c'è anche Terni. Poca cosa reputo, ma forse gli avranno chiesto soldi anche per entrare nella lista del tour... a pensar male è peccato, ma spesso ci si azzecca.
PS vorrei scrivere due righe sui giornalisti entusiasti del concerto, che ne hanno raccontato la bellezza delle rotondità sonore, degli acuti irraggiungibili del vocalist nazionale, dell'atmosfera di entusiasmo. Vorrei, ma non lo faccio, ci avviciniamo a settembre e voglio essere buono. In fondo a leggere, i nomi sono gli stessi che scrivono di sport: piangono lacrime di dolore quando la Ternana perde, raccontando i mali vetusti e inguaribili, gioiscono come lucciole quando trionfa a suon di gol, dimenticando il passato. Vorrei scrivere ma sarebbe sprecare tempo, io nello scrivere, voi nel leggere.

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