"'È la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro'.
Con queste parole l’allora presidente della Repubblica Napolitano commemorava il Giorno del Ricordo nel 2012. Due anni fa, nel 2020, il presidente Mattarella e il presidente sloveno Pahor depositarono insieme una corona di fiori alla foiba di Basovizza, e lo fecero tenendosi per mano, lanciando un messaggio forte di unità e solidarietà.
Ci sono anfratti bui in questo episodio storico che sono quelli delle storie personali, delle divisioni etniche prima ancora che politiche, che sono quelli della difficoltà di separare o di sovrapporre le vittime di un omicidio di massa di stampo nazionalista, da quelle fatte per vendetta. Insomma, per arrivare a questi momenti ci sono voluti passaggi complicati, spesso sofferti.
Commemorare questa simbolica giornata è dunque non solo lecito, ma importante e lo è anche rinnovare solidarietà a tanto nostri concittadini sopravvissuti, che hanno subito il dramma dell’esilio, di dover scappare all’improvviso lanciandosi dietro la propria vita, gli affetti, la casa.
 
Proprio per questo, come Partito Democratico di Terni siamo attoniti di fronte al fatto che si sia permessa, per celebrare il Giorno del Ricordo nell’ambito degli eventi Valentiniani, un’iniziativa come quella alla Bct dal titolo 'Unica colpa essere italiani', la cui locandina già nella scelta del font stile Ventennio, evoca qualcosa che non dovrebbe. Uno dei due interventi è di Emanuele Merlino, simpatizzante neofascista e assiduo frequentatore dell’estrema destra, autore del libro 'Foiba rossa' - per la cui promozione numerosissime sono state le presentazioni nelle sedi di CasaPound - nonché collaboratore assiduo della casa editrice Ferrogallico fondata da ex membri di Forza Nuova. 
Non è forse fondamentale che l’informazione di eventi tragici come l’orrore delle Foibe venga fatta in modo approfondito, documentato e scevro da ogni possibile strumentalizzazione ideologica? 
Non siamo forse di fronte ad un antifascismo di facciata proposto proprio da chi, invece, partecipa a neo formazioni fasciste e ne è membro?
Qual è la posizione del sindaco Latini, in questi giorni impegnatissimo a dare annunci cacofonici, riguardo la scelta di tale relatore?
Come mai il sindaco, così oberato da non essere mai riuscito a presenziare ad alcuna iniziativa e commemorazione per la Liberazione, proprio oggi ha trovato del tempo per presenziare all’affissione di una targa in ricordo dell’eccidio delle Foibe?
È con questi (dis)valori che dunque il primo cittadino si appresta a lanciare il suo secondo mandato, dopo 5 anni in cui ha finto di dimenticare la dichiarazione da lui stesso fatta all’insediamento, che sarebbe stato il sindaco di tutti? Evidentemente 'alcuni' sono più tutti degli altri".
Così, in una nota, la segreteria del Pd di Terni 
 

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