Lo squallore delle elezioni comunali è sempre più manifesto. Non ideali, non idee, non progetti ma solo corsa per uno strapuntino da dove non si cura la città, né la società, perché senza cultura politica non rimane che la cura dei propri interessi particolari, attingendo dalla borsa dell’unico padrone, il capitale e i suo governi.

Scatole vuote, tutte uguali, dai nomi di scarsa fantasia: Civici per Spoleto, Spoleto Sì, Spoleto futura, Ora Spoleto, Difendiamo Spoleto, Spoleto 2030, Eleggi Spoleto, Il popolo della famiglia per Spoleto, Spoleto insieme, Spoleto domani, (in confronto il calendario della VUS è un abecedario per le elementari) che insieme ai cespugli, Italia viva, Socialisti, Forza Italia, Azione, 5 stelle, faranno da gregari ai partiti che oggi contano nel sistema, Fratelli d’Italia, Lega e PD; e di supporto ai capetti locali nelle loro lotte intestine. Le chiamano Liste civiche ma in realtà sono solo liste civetta.

E di fronte a questo traffico che non ha una direzione ma solo incroci, c’è la Spoleto in cui la desertificazione industriale avanza fregandosene delle promesse elettorali e con essa il lavoro che non c’è, con un ospedale prima trafugato, poi azzoppato e dimezzato, con i servizi al collasso soffocati dalle logiche del profitto, con i diritti negati materialmente da chi li predica. Del privato che avanza e del sociale che di conseguenza annaspa, di una città senza edifici scolastici degni di questo nome, dei tagli sui servizi per disabili e anziani, non importa a nessuno e sono tutti complici.

Non siamo contrari alla partecipazione elettorale e come comunisti avremmo pure la possibilità di portare le nostre sentinelle nel centro di potere politico cittadino, ma insieme ad altri compagni abbiamo deciso che in questo momento è più giusto impegnare le nostre energie nelle piazze e nei luoghi di lavoro.

Abbiamo sotto gli occhi l’esempio di “capipopolo” (si fa per dire) che si pongono alla testa della rabbia popolare come è stato per l’ospedale, per poi candidarsi con chi l’ospedale ce l’ha tolto. Lo stesso accade nei luoghi di lavoro, dove al dramma della disoccupazione, si risponde con un clientelismo sindacale/padronale ai danni dei più. Noi vogliamo fare l’esatto contrario, stare sempre con i fatti dalla parte del popolo.

QUANDO TUTTO SEMBRA PERDUTO BISOGNA METTERSI ALL’OPERA RICOMINCIANDO DA CAPO (Antonio Gramsci).

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