Quando la politica teme il confronto, questo è il risultato. Dopo 4 anni di attività in Consiglio  Comunale a Perugia mi vengono chieste, senza alcun preavviso, le dimissioni da Presidente della IV  Commissione Consiliare Permanente. Che cosa rispondere a questa mossa frutto di una strategia  dai toni complottisti e che nasce, senza dubbio alcuno, dalla volontà di arginare la mia energia e la  mia forte motivazione ad un proficuo dibattito? Non è dal coinvolgimento e dalla discussione che  nascono idee, progetti e opportunità? Per quanto mi riguarda preferisco risultare scomodo purché  si perseguano obiettivi ambiziosi: il fare bene, il fare di più, anche se ciò comporta il mettere e il  mettersi in discussione. Quali sono però le accuse sostenute nei miei riguardi dai firmatari della  richiesta di dimissioni? Ho avuto l’ardire di attaccare l’operato di più assessori; ho rinunciato alla  Delega del Sindaco come consigliere delegato alla viabilità e ne ho spiegato le ragioni a mezzo  stampa; mi sono assentato ripetutamente durante la votazione di atti fondamentali; ho tenuto  comportamenti non aderenti a quanto perseguito dal Sindaco e dalla maggioranza. Come si  rimproverano i ragazzi a scuola, allora, i colleghi più disciplinati della classe si riuniscono e siglano  una richiesta di dimissioni per punire le intemperanze del Consigliere Cesaro. Rispetto a quanto  esposto, per dovere nei riguardi del mio Partito, Forza Italia, e per il grande rispetto del mandato  elettorale ricevuto dai cittadini, ritengo che appartenere alla maggioranza non possa precludere al  singolo Consigliere delle valutazioni critiche, con spirito propositivo, anche sull’operato del  Sindaco e della Giunta, altrimenti dovremmo parlare di censura e rinnegare i valori liberali ai quali  la coalizione di centrodestra si è sempre ispirata. Pertanto, l’aver esternato il disappunto in merito  a delle scelte effettuate da un singolo assessore, non può essere elemento discriminante per il  ruolo di presidente di Commissione Consiliare. Sono stato costretto, con l’avvallo del capogruppo  di Forza Italia, Giacomo Cagnoli, e con mio grande rammarico, a rinunciare alla Delega rilasciata  dal Sindaco come Consigliere delegato alla Viabilità per evitare di creare situazioni conflittuali con  l’assessore di riferimento, in quanto l’incarico assegnatomi si è rivelato un atto “cartolare” senza  possibilità di operare fattivamente. Ho sempre appoggiato le scelte dell’Amministrazione, e  continuerò a farlo, e lo dimostra la mia storia politica caratterizzata dalla presenza tanto sul  territorio quanto in sede istituzionale. Il riferimento alle ripetute assenze è pura farneticazione,  esiste un singolo episodio che, per motivi improcrastinabili, mi ha visto uscire dall’aula. 

Inoltre, i recenti avvenimenti politici, hanno registrato il fallimento nella gestione della “trattativa”  per l’Albo d’oro della città, del primo firmatario della missiva, il Capogruppo di F.I. Giacomo  Cagnoli. Non posso non evidenziare quanto sia stato imprudente l’aver proposto un blocco di  nomi non concordato in modo unanime con le minoranze e per di più senza un confronto  all’interno del nostro gruppo. È da analfabeta politico non comprendere che su votazioni come  quelle riferite all’onorificenza più alta della città si debba tendere a una convergenza trasversale,  per evitare gli effetti devastanti della gogna mediatica alla quale sono state sottoposte le  personalità individuate e meritevoli, che non hanno raggiunto il quorum. Il collega Cagnoli ha forse  inteso rovesciare a me le sue responsabilità per aver fallito in un compito delicatissimo. Per le  conseguenze di tale gestione superficiale, chiedo che debbano essere presentate le dimissioni da  Capogruppo di Forza Italia dal Consigliere Giacomo Cagnoli, con effetto immediato. Se non  dovesse provvedere alle dimissioni, alla luce dei fatti esposti e dei comportamenti messi in campo, in ultimo essere stato il primo firmatario di un documento dal vago sapore censorio, dichiaro che  per quanto attiene la figura del capogruppo, continuerò a rispettarlo ma da oggi non  rappresenterà più una figura nei confronti della quale esprimo la mia fiducia.

Spetta a chi in una coalizione ricopre incarichi di maggiore responsabilità, ascoltare e perfino  stimolare i contributi critici e dialettici che vengono anche dalle proprie fila, perché costituiscono sale indispensabile per una crescita e per un continuo rafforzamento dell’intesa politica che è alla  base di una coalizione della conseguente azione di governo. Non ho mai inteso, non intendo e tanto meno non intenderò per il futuro vivere ed interpretare il ruolo di consigliere comunale come peones. Questo per rispetto di me stesso, dei cittadini che mi  hanno votato e per la città intera. 

La lesa maestà della quale vengo accusato è semplicemente in contraddizione con i valori fondanti  di Forza Italia, nella quale orgogliosamente continuerò ad operare, che è nata dalla libertà, nella  libertà e per la libertà, perché l’Italia sia sempre più giusta. Ritengo ingiustificabile il fatto che,  piuttosto che apprezzare le tantissime occasioni nelle quali sono stato sostenitore e promotore  delle scelte di maggioranza, si arrivi alla mistificazione totale di un rapporto politico corretto,  coerente e rispettoso con le sue componenti.  

Michele Cesaro

 

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