Articolo molto sintetico, forse troppo.
Se si volesse essere davvero sintetici bastava usare una parola, che è quella che il 99% delle persone che si trovano, loro malgrado, incastrate ai lati di Corso Vannucci mentre si svolge la corsa a staffetta (sic!): "ma che è sta bucciottata!"
Ma in realtà io penso che il fallimento annunciato di una roba fatta da pochi per ancora meno potrebbe essere un'occasione per una discussione sul modello di finanziamento e progettazione degli eventi e delle manifestazioni strutturate in capo agli assessorati alla cultura delle istituzioni comunali e regionali.
Anche 1416 poteva essere, pur nella sua purtroppo intrinseca natura reazionaria, un momento più alto e più adeguato ai suo obiettivi statutari, coinvolgendo associazioni e gilde professionali e soprattutto la città, con incontri importanti e ospiti di livello (il festival del medioevo fatto coi sedicesimi dei finanziamenti poteva essere un buon modello):
Ma in genere è il modello che è fallimentare e che, cosa veramente insopportabile, appare come un contentino a determinati settori sepolcrali di questa città che han voluto farsi la propria festina, senza nemmeno il disturbo di farsi il culo e gestire le taverne e i momenti conviviali (che non sia mai signora mia ci dovessimo bagnare i vestiti costosissimi col sudore della fronte per il LAVORO e la FATICA) che comunque avrebbero garantito quantomeno un coinvolgimento popolare e un'offerta turistica (vedi i terzieri della pieve).
Questo nello specifico, poi comunque il discorso andrebbe invece allargato a che modello di offerta culturale e attrattiva perugia dovrebbe fare che porta alla domanda ancora più importante: che tipo di città pensa di essere perugia, dove si colloca nel panorama nazionale e internazionale, come vuole comunicare se stessa?
EDIT: e comunque sarebbe stato bello riesumare la sassaiola, a cui avrei partecipato volentieri, altro che tiro alla fune
 

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