Di fronte al terremoto internazionale che ha investito l’economia occidentale, a causa soprattutto di speculazioni finanziarie, con forti segnali di crisi economica ed occupazionale anche in Italia, ci si attendeva una ripresa già a partire dalla seconda metà dell’anno passato.

Purtroppo così non è stato ed una delle caratteristiche peggiori che la crisi economica va assumendo è proprio quella del protrarsi degli effetti e della scarsa prevedibilità di tempi e dimensioni della ripresa.

In questo momento, peraltro, il nostro Paese sembra accusare il colpo più di altri, come spesso è accaduto in periodi di congiuntura economica sfavorevole, anche a causa dell'ingente debito pubblico accumulato a partire dagli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Non possiamo nasconderci, poi, che, in questo ultimo caso di crisi, si siano aggiunti gravi errori di sottovalutazione del problema da parte del governo nazionale e si siano rinviati per troppo tempo interventi a contrasto della congiuntura sfavorevole.

Negli ultimi mesi, nell’attesa di segnali concreti di ripresa, la situazione si è ulteriormente aggravata. Precarietà, licenziamenti, cassa integrazione, disoccupazione, famiglie ed imprese in difficoltà costituiscono ormai esperienza quotidiana per milioni di italiani e le riserve alle quali famiglie ed imprese hanno attinto finora sono drammaticamente in via di esaurimento.

Nessuna realtà, ovviamente, è rimata indenne dagli effetti di questa crisi, nemmeno il nostro territorio. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Il centro storico di Todi, nonostante gli apprezzabili sforzi di chi ha avviato nuove attività, si sta svuotando. Sempre più negozi chiudono o si trasferiscono. Importanti realtà imprenditoriali tuderti hanno accusato colpi gravissimi, arrivando, nei casi più gravi, a vere e proprie chiusure. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga nel 2010 ha riguardato 28 aziende medio-piccole e 136 lavoratori. Sono cresciuti del 10% gli iscritti ai centri per l’impiego.

Di fronte a questo peggioramento della situazione economica, occupazionale e sociale il Comune non può restare a guardare!
Siamo tutti consapevoli delle difficoltà e della limitatezza dei mezzi di intervento, anche e soprattutto a causa dei tagli imposti dal governo nazionale, ma ciò non esime il Comune dall’assumersi le responsabilità che gli spettano.

Nel tempo, come Partito Democratico, abbiamo avanzato molte proposte: l’istituzione di un fondo per imprese e lavoratori; sgravi per nuove imprese; incentivi per attività aperte da giovani e donne; una ricognizione degli immobili nel centro storico da destinare ad attività economiche; una trasparente azione di calmieraggio degli affitti, soprattutto nel centro-storico; la costituzione di un tavolo permanente con associazioni e sindacati.

Le risposte sono state a volte scarse, altre totalmente assenti. Ed, anzi, abbiamo assistito spesso ad elementi di aggravio della situazione: aumenti di tasse, tariffe e sanzioni da parte del Comune; dispersione in mille rivoli delle poche risorse a disposizione, senza progetti e senza priorità; inaugurazioni, bollettini propagandistici e finanziamento di attività evitabili, con dispendio di migliaia di euro. Dannose iniziative di animazione del centro storico, ai limiti del ridicolo, come in occasione dello scorso Natale.

A chiudere la serie, le parole di pochi giorni fa dell’assessore al bilancio, Mario Ciani, il quale ha dichiarato che quest’anno il Comune potrebbe non rifinanziare le misure di incentivo alle imprese, lo scorso anno sostenute con 30.000 euro.

Di fronte a tutto ciò, riproponiamo ancora una volta con vigore le nostre proposte già avanzate e chiediamo con chiarezza agli amministratori di Todi che, in questo tempo di crisi perdurante, le politiche di sostegno ad imprese a famiglie, così come le politiche sociali a favore delle fasce più deboli della comunità tuderte abbiano precedenza e priorità assoluta rispetto a tutto il resto.

Le risorse si reperiscano altrove, iniziando con il taglio delle opere di pura propaganda e delle spese inutili sostenute qua e là, in particolare da qualche assessore che, piuttosto che far cultura, alimenta iniziative costose e poco utili, se non dannose. È giunto il tempo di azioni concrete e non di sole chiacchiere.

Carlo Rossini
Segretario Partito Democratico Todi
 

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