PERUGIA - Il capogruppo regionale del Prc-Fds, Damiano Stufara intervenendo sulle “denunce notificate dalla Questura di Perugia a 37 persone per aver preso parte, insieme a centinaia di altre, alla mobilitazione del 30 novembre 2010 contro la Riforma dell’istruzione pubblica dell’allora ministro Gelmini”, definisce la notizia “un evento preoccupante, che pone con forza il tema della libertà di espressione e di manifestazione nel nostro Paese”. Stufara, parlando a nome del Gruppo consiliare del Prc-Fds, riguardo alla manifestazione oggetto d’indagine ritiene che, “da parte della magistratura inquirente, vada posta la massima attenzione nell'esercizio delle proprie funzioni, per non superare il limite che passa fra l’accertamento dei fatti, a cui è tenuta, e la loro finalizzazione rispetto ad assunti privi di verifica”.

“La notizia delle denunce notificate dalla Questura di Perugia a 37 persone per aver preso parte, insieme a centinaia di altre, alla mobilitazione del 30 novembre 2010 contro la Riforma dell’istruzione pubblica dell’allora ministro Gelmini, rappresenta un evento preoccupante, che pone con forza il tema della libertà di espressione e di manifestazione nel nostro Paese”. Lo afferma il capogruppo regionale di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra, Damiano Stufara che aggiunge: “Di punto in bianco la comunità cittadina è messa a conoscenza dell’esito di indagini che, fra le centinaia di manifestanti, individua dopo quasi due anni un ristretto numero di persone meritevoli di denuncia; una modalità questa che non può non lasciare il dubbio di un uso del potere inquisitorio mosso da esigenze di controllo sociale, piuttosto che dal dovere di ricercare la giustizia”.

“Riguardo alla manifestazione oggetto d’indagine, il gruppo consiliare del Partito della Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra – fa sapere Stufara - ritiene che, da parte della magistratura inquirente, vada posta la massima attenzione nell'esercizio delle proprie funzioni, per non superare il limite che passa fra l’accertamento dei fatti, a cui è tenuta, e la loro finalizzazione rispetto ad assunti privi di verifica. Si tratta – spiega - di un'osservazione dovuta, specie a fronte di una serie di vicende (dal presidio antifascista di Terni del febbraio 2010 al presidio NO TAV del marzo di quest'anno) che evidenziano anche in Umbria il rischio che prevalga la tendenza a trasformare i problemi sociali in questioni di ordine pubblico, al punto da negare il carattere eminentemente politico di queste come di altre pacifiche azioni di protesta”.

“Il gruppo consiliare del Partito della Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra – aggiunge il capogruppo -, nella consapevolezza della natura pacifica di quella manifestazione, esprime la propria solidarietà e il proprio sostegno a quanti sono stati colpiti da un provvedimento con tutta evidenza discrezionale, auspicando che l'intera comunità politica e sociale del territorio – conclude Stufara - si ponga in difesa dei diritti dei 37 manifestanti colpiti dalle denunce, in nulla distinguibili da quanti, scendendo quel giorno in strada contro la Riforma Gelmini, protestavano legittimamente e democraticamente contro la privatizzazione dell’istruzione pubblica”.

 

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