di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Ilir Paja, detto Ufo, 49 anni, albanese é stato arrestato a Tirana, mentre si stava facendo fare barba e capelli dal barbiere. Paja é una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine perugine per essere l’autore di una clamorosa evasione dal carcere di Capanne una quindicina di anni or sono.  Si trovava in cella in attesa di estradizione per l’omicidio di un connazionale in Germania, a Duisburg, ucciso a pistolettate in volto. Da noi si era beccato una condanna a 24 anni. Gli attribuivano, tra l’altro, di essere ai vertici di una organizzazione criminale con la finalità dello sfruttamento della prostituzione.
La mattina dell’11 giugno 2006 riuscì - non funzionavano alcune delle telecamere di sicurezza - a scavalcare il muro del carcere perugino e si nascose nei boschi e nei campi intorno al penitenziario fresco di inaugurazione. Il sistema fu quello tradizionale  - una corda fatta di abiti e lenzuoli -, lui ci aggiunse la scaltrezza, sfrontatezza e la sua corporatura atletica e scattante: scalò il muro del cortile, dove lo avevano sistemato per l’ora d’aria, raggiunse, un primo camminamento, ripropose la stessa operazione con gli stessi strumenti (in cima alla corda aveva legato una sorta di uncino) e, con la stessa arditezza da Rocambole (il personaggio uscito dalla penna di Pierre Alexis Ponson du Terrail) scavalcò due muri di cinta alti otto-nove metri. Quindi si arrampicò sulla recinzione esterna e da lì spiccò un ultimo salto verso la libertà, sorvolando il filo spinato. Finalmente una telecamera lo inquadrò e la polizia penitenziaria, col megafono, gli ordinò l’alt. Figurarsi: Ilir aveva le ali ai piedi. E proseguì la sua fuga. Scattarono le ricerche. Ma lui - emerse più tardi - si acquattò nei fossi della zona per tre giorni e solo dopo, quando si rese conto che i controlli si erano allentati, si allontanò da Perugia. Il suo vagabondaggio finì a Buscate, nel milanese, il 4 settembre successivo, anche col contributo primario della squadra mobile di Perugia. Una operazione sofferta, quella della sua cattura: inseguimenti con armi in pugno e sirene strazianti. Ma Paja si confermò una sorta di Fantomas: pochi mesi più tardi (il 14 agosto del 2008) scappò di nuovo, in pigiama e senza scarpe dall’ambulanza, che dal carcere di Livorno lo stava accompagnando in quello di Cerignola in provincia di Caserta. Non uno, ma sei agenti - la fuga si verificò in zona Reggello vicino Firenze - lo inseguirono sparando (in aria, a scopo intimidatorio) e tentando di acciuffarlo. È qui che si guadagnò il soprannome di Ufo. Lo ripresero a Tirana il 6 marzo 2008, al termine di una sparatoria in mezzo alla gente. Ora il “re delle evasioni” potrebbe aver trovato la sua parabola definitiva.

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