di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Un ciclo di ferro bussa alle porte del Perugia, tartaruga in casa (due punti in tre partite), ma ghepardo in trasferta (sette punti in 260’ minuti). Atteso in notturna a Benevento - squadra costruita per vincere il campionato e che si trova appena due punti in classifica sopra i biancorossi - il gruppo guidato da Massimiliano Alvini dovrà misurarsi poi al Curi con il Brescia di Inzaghi, che segna gol a raffica e quindi affrontare in Puglia l’altrettanto ambizioso Lecce.

Le indiscrezioni lasciano intuire che Alvini potrebbe cambiare modulo, passando dal 3-4-1-2 al 3-5-2, ora che ha a disposizione tutti gli effettivi della rosa, ad eccezione di Dell’Orco (forse disponibile per la gara col Brescia). Ottobre, insomma, potrebbe fornire indicazioni interessanti sul ruolo che la squadra potrà ritagliarsi nel torneo, fermo restando che l’obiettivo dichiarato rimane la salvezza, la difesa della categoria. 
Tra i molti motivi che sottintendono alla partita in Sannio contro il Benevento figurano gli ex Fabio Caserta, Salvatore Elia, Roberto Insigne, Gennaro Acampora; il brusco addio tra l’ex allenatore biancorosso e il patron umbro (si stringeranno la mano o si ignoreranno, considerato che la cicatrice è ancora fresca?); la sbandierata amicizia tra Santopadre ed Oreste Vigorito (ma sul campo ognuno vorrà portare più punti possibili nella propria cascina), ma balza anche alla mente, un aggancio storico. Benevento, come Spoleto e altre ventiquattro città italiane è stato un ducato longobardo. Il più importante dell’Italia peninsulare, insieme a quello spoletino. Ma non tutti ricordano o sanno che anche Perugia, per qualche lustro, divenne sede di Ducato. La storia non ci ha tramandato i nomi dei duchi che ressero la città, ma solo dell’ultimo, Mauricione. Che essendosi ribellato al re Agilulfo ed a sua moglie Teodolinda, fu attaccato dall’esercito regale che assediò, in forze, Perugia dall’ottobre del 593 fino all’aprile del 594. Alla fine la città cadde in mano di Agilulfo ed a Mauricione, che si era schierato dalla parte dei bizantini (e di papa Gregorio Magno), venne tagliata la testa, come raccontano Ludovico Antonio Muratori e Paolo Diaconoo. Con Mauricione si concluse la breve, tormentata vicenda del Ducato longobardo di Perugia, più piccolo e meno potente del confinante Ducato di Spoleto.
Nel calcio, domenica, si vedrà quale delle contendenti uscirà vincitrice.

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