di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Prima le notizie: Aleandro Rosi é stato trovato positivo al COVID, mentre Gabriele Angella é risultato aver riportato una lesione al bicipite femorale sinistro. Entrambi out.
Ora i commenti.
Massimiliano Alvini l'ha definita "una vittoria importante". I tifosi si augurano sia decisiva per il completo decollo di una squadra che finora si é comportata meglio delle aspettative, considerando il valore complessivo della rosa e degli investimenti attuati in estate. 
Giocando sui numeri - il tecnico toscano ama ripetere che il 3-5-2, il 4-3-3, il 4-4-2 lui li considera alla stregua di prefissi di cellulari - l'allenatore ha sottolineato i risultati ottenuti: 5-5-3, cioè le cinque vittorie conquistate, i cinque pareggi ottenuti, le tre sconfitte subite. Risultati questi che, se proiettati nel futuro, regalerebbero - considerato che le 13 giornate disputate rappresentano un terzo del cammino complessivo del torneo - a quota sessanta, dunque ad un livello medio-alto che significherebbe non solamente la salvezza agognata, ma, forse, persino una posizione di buon rilievo nella griglia dei play off.
La classifica, intanto, si é sgranata: tre squadre in testa racchiuse in tre punti (Brescia, Pisa, Lecce); dette squadre assembrate in altre tre lunghezze (tra le quali il Perugia); altri quattro club orbitanti in due punti (tra quota 19 e 14, tra i quali la Ternana) ed infine il gruppo di se realtà che, almeno in questa fase, lotta per non retrocedere.
I biancorossi - che, con la doppietta di Lisi e di Matos, hanno rifatto la pace col gol - affronteranno la prossima avversaria, il Cittadella (affiancata agli umbri a quota 20), privi di giocatori determinanti nel gioco di Alvini: il regista della difesa, Gabriele Angella; il direttore d'orchestra del centrocampo, Salvatore Burrai; Aleandro Rosi, elemento significativo e di esperienza per coprire la fascia destra. Quando l'undici alviniano ha potuto contare sui migliori effettivi, ha sempre fatto risultato (a Como, per esempio, nel giorno dell'imbarcata, era assente). Comunque le alternative non mancano: Curado o Vanbaleghem dietro, Ghion o Santoro, con Kouan mezzala, in mediana. 
Contro il Crotone la squadra umbra é scesa in campo con una divisa blu. Una tonalità bella, certo, ma aliena dai colori della storia del club. A meno che la dirigenza non abbia fatto riferimento allo stemma della casata dei Baglioni (rosso e blu), che ha tenuto la cripto-signoria della città per circa centoventi anni (da Malatesta a Ridolfo, passando per Braccio, Guido, Rodolfo, Giampaolo, Gentile, Malatesta IV) o all’azzurro del colore del rione di Porta Santa Susanna. Permettetemi, tuttavia, di dubitarne: non vedo chi possa vantare, in società, questo tipo di conoscenze. Dunque, per questo blu, misteri del marketing. Transeat. Passi, insomma.
Quello che, da un punto di vista calcistico, risulta più grave e stridente é che il portiere Chichizola indossasse una divisa completamente rossa (colore pienamente in sintonia, questo appare indubbio, con la storia cittadina). Il fatto, però, é che gli esperti di pallone e di psicologia dei colori sostengono, a buona ragione, che le tonalità vivaci, sgargianti risultino un aiuto importante per gli attaccanti avversari, quando sganciano il tiro, a inquadrare meglio il bersaglio, la porta. Meglio, per il futuro, eliminare tinte vistose e scegliere per l'estremo difensore, maglie e pantaloncini dai toni tenui, morbidi. Perché correre rischi?

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