di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Molti, tanti sono rimasti delusi dal pareggio interno del Perugia col Cittadella e non risparmiano critiche, più o meno velenose, a destra e a manca. Ai giocatori ed all'allenatore, in prima fila, rei di non aver vinto. Eppure una volta - almeno al tifoso di un tempo - bastava prendere atto che il calciatore, con indosso i colori della propria città, avesse speso fino all'ultima goccia di sudore nell'impresa, anche se quest'ultima avesse avuto un esito non felice. Perché - lezione di vita, prima che calcistica o sportiva - non sempre si può vincere. Aver dato tutto per riuscirci, è di per se stesso merito di lode. Ed i biancorossi hanno riversato sul campo tutto quello di cui disponevano, dal punto di vista fisico, tecnico, di cuore. Sia i più bravi, sia i meno dotati. Hanno cercato fino all'ultimo istante, anche a rischio di perdere, di riuscire a primeggiare. Quando è scattato il contropiede a tre (Segre, De Luca, Matos) che ha portato al gol, del purtroppo effimero vantaggio, con una esecuzione finale deliziosa del brasiliano, anche una "personne agée", come me, ha provato un brivido esaltante. In più circostanze, inoltre, i biancorossi avrebbero potuto raddoppiare. Non ci sono riusciti per limiti propri e per la forza dell'avversario. Da superare ci sono non solo i propri lati deboli, le proprie imperfezioni, ma anche il "nemico". Ricordo a me stesso che Ettore, grande guerriero, il più valoroso di parte troiana, cadde davanti ad Achille, il più forte degli achei ed aiutato dalle divinità dell'Olimpo. Eppure i suoi concittadini non cessarono di celebrare il loro eroe sfortunato. Tra l'altro la squadra di Alvini, nella circostanza, non ha potuto contare su elementi di esperienza e di valore quali Angella, Burrai, Rosi... L'augurio è che martedì a Pisa, nuova capolista, i grifoni - privi degli squalificati Curado e Falzerano e chissà chi altro - gettino sul campo lo stesso "animus pugnandi". Perché possano uscire, comunque, a testa alta. Chi ama e tifa una squadra, Perugia ed i propri colori, nello specifico, questo si aspetta, questo si augura.

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