Abbiamo preso atto con sorpresa della sentenza del TAR dell'Umbria in merito al ricorso della signora Casciari (prima dei non eletti nella lista Pd) contro l'elezione di Giuseppe Biancarelli, in rappresentanza di Umbria più uguale, nel Consiglio regionale. Una sentenza che, oltre a contraddire i pronunciamenti del Ministero dell'Interno e della Corte d'Appello, mette di fatto in discussione, al termine di un dibattimento in cui la Regione dell' Umbria non ha ritenuto di doversi costituire in giudizio, la capacità della Regione di comprendere e applicare le proprie stesse leggi.

Naturalmente, pur non condividendola, non entriamo nel merito della sentenza, su cui a questo punto chiameremo a pronunciarsi il Consiglio di Stato, sede in cui confidiamo le nostre ragioni oggettive avranno più attenta considerazione.

Vogliamo però segnalare ai cittadini dell'Umbria che, con l'accoglimento di questo ricorso promosso da una autorevole esponente del Partito Democratico, e qualora tale esito fosse infine confermato, risulterebbe ulteriormente impoverito il quadro della rappresentanza istituzionale e prenderebbe contorni ancora più marcati il miope disegno politico che punta a fare del Partito Democratico non l'architrave di una coalizione plurale di governo ma una forza autosufficiente ed impegnata ad occupare ogni spazio di potere, anche con il ricorso disinvolto a coalizioni usa-e-getta.

Per quanto ci riguarda, mentre guardiamo con fiducia al pronunciamento del Consiglio di Stato, confermiamo la convinzione che l'esigenza di dare voce anche istituzionale ad una sinistra di governo, autonoma, critica e alternativa, radicata nei territori dell'Umbria, non perde nulla della sua attualità: il progetto Umbria più uguale continua.

Il coordinamento regionale di Umbria più uguale

 

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