Da troppo tempo ormai la politica, anche quella nostrana, tende a mobilitarsi solo ed esclusivamente a ridosso delle competizioni elettorali del momento, senza troppo preoccuparsi delle future generazioni, il PD anche quello Umbro purtroppo non fa eccezione e così rischia di snaturare, forse irrimediabilmente quella che dovrebbe essere la propria impronta progressista e riformista tesa a cambiare in meglio la vita quotidiana delle persone.

In questo contesto anche in Umbria nel cosiddetto campo largo del centro - sinistra il PD rischia di scivolare in un pericoloso limbo e piuttosto che rappresentare la colonna portante di una coalizione di governo, di diventare comprimario o peggio ancora semplice gregario di altre formazioni politiche o civiche.

Il PD anche in Umbria deve aprirsi e riconquistare la sua centralità di proposta e credibilità politica nei confronti della società regionale mettendo in campo tutto il coraggio e le energie di cui dispone se non vuole auto condannarsi ad un ruolo di secondo piano peraltro all’opposizione sia in regione che in diverse città tra le quali i due capoluoghi.

Del resto i numeri, che non sono opinioni, ci dicono che nell’ultima tornata amministrativa che ha visto vittorioso il campo largo del centro-sinistra nelle piu’ importanti città che andavano al voto, il PD raggiunge il massimo della percentuale dei voti a Citta’ di Castello dove esprimeva il candidato sindaco e ad Assisi dove in entrambe i casi supera di poco il 17 %, mentre a Spoleto si attesta poco sopra il 13 %, con un calo di consenso in valore assoluto che dovrebbe destare forte preoccupazione in un gruppo dirigente serio ed autorevole.

Nelle stesse elezioni provinciali che hanno visto l’elezione di Stefania Proietti alla guida della Provincia di Perugia e sfiorare la vittoria a Terni con Gianpiero Lattanzi, i risultati sono stati determinati dal grande senso di responsabilità di Sindaci ed amministratori locali che hanno ancora una volta dimostrato di essere la vera arma in piu’ di cui può disporre il centro – sinistra ed il PD in particolare.

Basterebbe usarla bene questa arma in maniera intelligente, perché se è vero che il civismo è un valore aggiunto è anche vero che senza politica e senza il ruolo determinante dei partiti, non solo non si vincono le sfide elettorali ma non si costruiscono momenti fondamentali di elaborazione politica ed amministrativa oggi piu’ che mai necessari.

Ed allora oggi il PD, anche e soprattutto in Umbria deve aprire davvero una nuova fase di discussione politica puntando a riconquistare il suo ruolo di guida del fronte progressista e riformista, abbandonando una volta per tutte la sua pericolosa inclinazione al leaderismo sfrenato, convocando senza ulteriore indugio i propri organismi dirigenti (a proposito la direzione regionale ancora non è stata composta) allargandoli, facendone davvero delle AGORA’ PERMANENTI dove discutere da subito di cose che incidono nella vita quotidiana dei cittadini.

Quali sono le proposte del PD in Umbria su chiusura del ciclo dei rifiuti, costi energetici per le nostre imprese (argomenti strettamente collegati), lavoro, scuola, sanità, welfare, fisco solo per citarne alcuni.

Dobbiamo davvero avere il coraggio di aprire una grande fase di discussione nel merito di ogni singola questione, mettendoci tutti, nessuno escluso in discussione, per giungere il prima possibile ad una sintesi da condividere poi coi nostri alleati, oppure andremo ad appiattirci su battaglie di retroguardia ormai fuori dal tempo.

Dobbiamo trovare il coraggio di sfidare il centro destra in evidente stato confusionale ed ormai in preda ad un conflitto interno permanente, su questioni dirimenti e non piu’ rinviabili sulle quali evidentemente dopo piu’ di due anni di Governo la Giunta Tesei ha palesemente fallito.

Potrebbe già essere tardi, ma non irrimediabilmente tardi, facciamolo presto, facciamolo subito e soprattutto facciamolo insieme, gomito a gomito con i tanti Sindaci ed amministratori locali e consiglieri comunali (anche delle città dove stiamo all’opposizione), che rappresentano una grande fucina di uomini e donne quotidianamente a contatto con i bisogni di cittadini ed imprese ed attuatori di buone pratiche diffuse sul territorio, sindaci e gli amministratori locali sono una risorsa per il PD e non un ostacolo è bene che sia chiaro a tutti dentro il partito.

Un cenno infine sulla selezione della classe dirigente, ma davvero il PD non è piu’ in grado di esprimere classe dirigente preparata, appassionata, popolare e competente in grado di mettersi al servizio di istituzioni locali e nazionali?

Io credo che sia vero l’esatto contrario ed allora anche in questo caso si abbia il coraggio di ridare la parola ai cittadini ed alla piu’ ampia partecipazione popolare attraverso lo strumento piu’ bello e democratico che esiste: le primarie.

Piuttosto che le liste bloccate, i collegi piu’ o meno sicuri, candidati calati dall’alto o frutto di equilibrismi, scelte fatte in chissà quali segrete riunioni magari fra pochi fedelissimi, diamo, facciamo scegliere i cittadini e nel fare questo mettiamo a disposizione tutte le energie migliori di cui il PD dispone.

Il PD non rinunci a priori al proprio ruolo di guida e torni ad essere  partito plurale, aperto, inclusivo, propositivo, un partito nel quale la lealtà ed il confronto libero e democratico a viso aperto anche tra posizioni distanti tra loro, prenda definitivamente il posto della fedeltà al leader di turno, per concorrere con metodo democratico a determinare le scelte piu’ utili per i cittadini.

Massimiliano Presciutti sindaco di Gualdo tadino

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