PERUGIA - “Indignarsi per la declamazione del 'Discorso di Mussolini ai triestini' è un inaccettabile bavaglio alla libera espressione di artisti umbri non sospettabili di nostalgia del ventennio ed al contempo miopia storica, perché è innegabile che nei 150 anni di Unità d'Italia ci siano stati anche decenni di esperienza fascista”. Il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) interviene sulla polemica per la scelta di uno dei brani recitati nell'Aula di Palazzo Cesaroni nel pomeriggio di sabato scorso, in occasione della inaugurazione della “Mostra Arte e Patriottismo nell'Umbria del Risorgimento” che resterà aperta fino al 20 dicembre.

Lignani Marchesani che considera la cerimonia di apertura “ineccepibile sotto ogni punto di vista, organizzativo e culturale”, aggiunge: “Certa sinistra predica bene e razzola male. Non si può essere paladini di una cultura libera, solo fin quando fa comodo e poi indignarsi se conti non tornano ed emergono verità scomode. Certi distinguo e indignazioni - aggiunge il vicepresidente - se non fossero fuori luogo sarebbero grotteschi: pretendere di dare letture univoche o peggio dogmatiche negando l'evidenza appartiene ad altre epoche e ad altri regimi fortunatamente tramontati. Forse quella stessa sinistra - conclude Lignani Marchesani -, pensa ancora che la cultura sia organica ed omologabile ad un certo modo di pensare e non riesce a metabolizzare che, a distanza di oltre mezzo secolo da certi fatti, alcuni tabù vanno infrangendosi, disintegrandosi in nuove, libere e sincere interpretazioni della storia”.

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